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La polizia postale e delle comunicazioni vigila


polizia comunicazionipolizia postaleStanotte all'una e cinquanta ho ricevuto una telefonata anonima sul mio cellulare. Le voci, dal timbro piuttosto giovane, di due uomini. I due ridacchiavano dicendo qualcosa. No parolacce, ma qualcosa che poteva risuonare come un avvertimento. Ho chiuso mandandoli prima a quel paese. Dopo un minuto altro squillo. Sempre da numero riservato. Non ho risposto. Ho spento direttamente il cellulare. Fino a questa mattina.

Non è stato sbagliato numero. Lo dimostra il fatto che hanno richiamato!
Sono gregari che pensano di mettermi paura nascondendosi dietro un numero riservato. Anonimo! Ma la polizia postale impiegherà due minuti per verificare da quale cellulare o telefono fisso siano partite le due telefonate simil-intimidatorie.
Tutti dormivamo alle due di notte. Non siamo a Las Vegas. Ma a Ferruzzano dove già alle dieci di sera si va a dormire, essendo questo un paese abitato per lo più da morti viventi. Non c'è nulla di vitale. Nè un cinema, un teatro, un ritrovo pulito. Un posto sicuro! C'è solo la paura di girare di notte per strade disastrate e male visitate... C'è la paura di farsi vedere in compagnia di questo o quello. Le alleanze qui hanno il loro "peso".

Mi vogliono intimidire? Si accomodassero. Io non ho paura nemmeno del divolo. Avendo a che fare, per questioni giornalistiche e di interessi anche, con certi personaggi che potrebbero essere peggio di satana.
Cosa mi possono fare? Uccidere? Si muore una volta sola. Ergo, si accomodassero. Qualcuno lì andrà a cercare. Ne stiano certi. Per consegnarli alla Legge. Ovvio. Io non appartengo alle 'ndrine. Nè la mia famiglia. Da sempre. Non ci facciamo "giustizia" con calunnie e pallottole. O chiamando a raccolta compari e adepti. Ma cerchiamo giustizia scrivendo sui giornali di malaffari che ammorbano il Sud e facendo denunce in procura ( che spesso purtroppo rimangono "sott'acqua e sott'aceto"). Chissà come mai!


Ernesta Adele Marando