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Le Nuove stazioni metropolitane della Linea B1.

render annibaliano
La nuova concezione degli spazi e dei servizi nella capitale lega profondamente gli aspetti tecnici  ingegneristici delle grandi opere o edifici per la collettività con un elevatissimo pregio architettonico. Un primo esempio è la nuova linea  B1 della metropolitana di Roma, che è la diramazione dell’attuale linea B che si sviluppa dalla stazione Laurentina a quella di Rebibbia. Una grande opera nella quale le stazioni rappresentano la ricercatezza della nuova concezione spaziale e funzionale.
La nuova linea B1 è composta da 4 nuove stazioni metropolitane, P.Bologna già esistente che è il nodo di collegamento con la linea B principale, Annibaliano/S.Agnese, Libia/Gondar, Conca D’Oro ed infine il capolinea corrispondente a V.le Jonio verso il quartiere Bufalotta che in futuro diverrà anche esso nodo di scambio con la futura linea D. Il bacino d’utenza dell’opera infrastrutturale è il quadrante nord-est di Roma, riguardante i quartieri Bologna/Nomentano, Trieste/Africano, Montesacro e il cosiddetto “oltre Aniene”.
La tratta si articola su un tracciato in sotterraneo, non in parallelo ma essenzialmente a binari sovrapposti. In particolare le 4 stazioni rappresentano una nuova concezione di “stazione”. Ideazioni mirate dal punto di vista architettonico, che hanno permesso di farli diventare non solo poli del trasporto metropolitano, ma anche luoghi di notevole segno architettonico nel contesto cittadino, in modo che venissero concepite come luoghi di collettività urbana e non solo luoghi di passaggio.
A sviluppare il progetto architettonico delle stazioni è stato incaricato il noto studio romano ABDR, l’acronimo che racchiude le iniziali dei progettisti Arlotti,  Beccu, Desideri e Raimondo. Queste stazioni hanno un particolare accento per sottolineare l’inventiva e la caparbietà artistica ed architettonica degli ideatori di ABDR, nel cimentarsi in un’opera non certo comune rispetto alle loro realizzazioni precedenti. Opere in sotterraneo che sanno ben dialogare con la città emergendo sotto l’aspetto architettonico contemporaneo e discostandosi ampiamente dal carattere storico e antico, che spesso in un certo qual modo la città di Roma vincola o contrasta nelle realizzazioni attuali, a causa dell’elevato spessore storico e artistico in cui si è formata e mantenuta nel tempo.

render conca
I progetti delle stazioni ad opera dello studio ABDR attribuiscono grande attenzione al valore della forma intesa come possibilità applicativa per ridisegnare un sistema di relazioni sociali. Nella prospettiva di questo sistema, la forma rappresenta una soluzione e non un ornamento fine a se stesso. Lontano da facili compiacimenti estetici. Lo studio ha sviluppato un progetto di grande qualità architettonica che ben si sposa con il contesto, rendendo cosi le stazioni Annibaliano/S.Agnese, Libia  e Conca d’Oro oltre che luoghi di scambio per il trasporto, anche luoghi di notevole spessore architettonico e funzionale.
 Uno degli  obiettivi del progetto è stato quello di garantire un’ottima vivibilità dell’ambiente sotterraneo e non solo, con soluzioni adeguate alla profondità del tracciato. Il progetto dà forma ad uno spazio “continuo” che sottolinea e struttura un rapporto dialettico con la città.
Emerge quindi un dialogo, uno scambio tra varie funzioni e attività come quello dell’acquisto e delle fruizione di proposte culturali e turistiche.  ABDR si fa interprete del forte cambiamento che sta rivoluzionando il concetto di stazione oggi. Questi spazi da luoghi di passaggio rappresenteranno ormai spazi vitali della città contemporanea.
Il progetto prevedeva sin dall’inizio una forte integrazione tra infrastruttura e paesaggio, rapporto dialettico che è divenuto elemento fondante e costitutivo dell’intero sistema architettonico disegnato e sviluppato da ABDR.
Sono interventi come questo che contribuiscono a ridisegnare il profilo della Roma contemporanea, una metropoli che sempre più sembra scommettere negli ultimi anni sull’architettura moderna come valore aggiunto capace di far recuperare il gap che separa la capitale dalle altre metropoli europee. La trasformazione urbana che vede coinvolta la città capitolina su più fronti dimostra come questa dinamicità progettuale produca “valore aggiunto” e nuove dinamiche sociali, diventando uno degli elementi più forti e caratterizzanti nella costruzione di una rinnovata identità dello spazio urbano.
Domenico Spanò