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Radiocivetta inserisce delle immagini e titola questo articolo che è stato diffuso ieri dal quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri e scritto da Gennaro Sangiuliano. Ecco quanto integralmente è pubblicato:






"Gli sprechi della vecchia giunta
Gli investimenti di Walter: 4,5 milioni in giocattoli antichi.
 

veltroni walter rd.jpgSe le cifre che sono indicate in termini circostanziatibambola antica.jpg nell'interrogazione parlamentare inoltrata al ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, risulteranno esatte, ci troveremmo sicuramente di fronte ai giocattoli più costosi della storia. Più di quelli che i regnanti delle corti d'Europa regalavano ai propri pargoli nei secoli scorsi. Ben 5 milioni e 370mila euro su uno stanziamento complessivo di 12 milioni di euro, è questa, infatti, la cifra occorsa, all'allora sindaco di Roma Walter Veltroni, per far acquistare al Comune una collezione di «giocattoli antichi (trenini, bambole, pupazzi di pregiata fattura per complessivi 10.664 pezzi per un totale di oltre 33.000 componenti di gioco) dalla società "El lesse" di tale Leonardo Servadio».



I fondi furono prelevati, in parte, da quelli destinati allo stanziamento per "Roma Capitale", l'iniziativa aveva anche una sigla: MeGG che sta per Museo europeo del Gioco e del Giocattolo. I contorni dell'intera operazione "giocatto lo" sono raccontati con dovizia di particolari nell'interrogazione con richiesta di risposta scritta, depositata, ieri mattina, dal deputato di An, Amedeo Labocetta, componente della commissione Finanze.

La collezione sarebbe costata per l'esattezza 4 milioni e mezzo di euro, cifra con la quale si potrebbero costruire e attrezzare, tanto per fare un esempio, almeno due asili nido. L'idea era di collocarla all'interno di un museo del giocattolo che doveva nascere presso le ex scuderie Reali del parco di Villa Ada, una volta residenza preferita dei Savoia, oggi polmone di verde nel cuore di Roma, tra via Salaria e via Panama.

La collezione è stata acquistata dalla società Ellesse, di Leonardo Servadio, imprenditore del settore della ristorazione con origini nel settore dell'abbigliamento sportivo, operante nella città di Perugia, la sua raccolta, di indubbio valore era appartenuta originariamente, esattamente fino al 1999, al collezionista svedese Peter Pluntky, che l'aveva fatta esporre anche Legetoismuseet di Stoccolma. In teoria l'idea di un Museo del giocattolo non è assolutamente deprecabile, si tratta di un'attrattiva per bambini e alcuni siti di questo tipo esistono, soprattutto nelle capitali del Nord Europa.

Lo stesso Veltroni nell'annunciare il progetto ne precisò le finalità: «Sarà un grande fatto culturale che permetterà una rivisitazione dei costumi e del rapporto tra la società ed il gioco in più di cento anni di storia recente, un luogo per tutti, perchè dentro ognuno di noi si nasconde un bambino».

Tuttavia, Laboccetta, che è stato a lungo amministratore locale, con la sua interrogazione (che come tutti gli atti ispettivi del Parlamento è consultabile sul sito della Camera) solleva dei dubbi, quando scrive che «a vicenda iniziata alla fine del 2004, un ampio tratto della suddetta Villa Ada, comprendente anche tre edifici dell'800, venne improvvisamente recintato e affidato in gestione alla società Antiqua 2001 che vi avrebbe dovuto realizzare un mega ristorante, pagando un affitto del tutto irrisorio e pari a 1.900 euro».

locomotiva.jpgAncora, il deputato di An domanda al ministro se «se è vero che nel novembre 2004 saltò fuori un protocollo d'intesa tra il Comune di Roma e l'associazione temporanea Antiqua 2001 con il Wwf Italia per la realizzazione del museo, accordo poi disconosciuto da Fulco Pratesi». Servadio aveva provato a vendere la collezione al Comune di Perugia, ricevendone un niet, andò meglio a Roma, dove già nel protocollo fra Comune e Soprintendenza, siglato nel 2004, si raccomandò «all'amministra zione comunale di accettare l'offerta di acquisto della collezione giocattoli antichi ServadioPlunkty», con «destinazioni funzionali delle Scuderie Reali, del Casale delle Cavalle Madri e delle Serre di Villa Ada Savoia quale sede del Museo del Gioco e del Giocattolo».

Il museo, in ogni caso, non è mai diventato operativo, non solo secondo Laboccetta, e questo è il fatto più sorprendente, «il Comune di Roma, perfezionato l'acquisto della collezione allo stato» la custodirebbe «in un magazzino privato ad un costo pari a circa 800.000 euro annui», una cifra enorme. Il contenuto dell'inter rogazione andrà verificato ma se i contenuti, soprattutto le cifre sono vere, Roma si ritrova una spesa di 4 milioni e mezzo di euro e un fardello di altri 800 mila l'anno per nulla. "


Giovedi 19 giugno 2008