Il volto chino del figlio sul volto del padre in una bara! Il ragazzo, pallido e silente in una tuta da ginnastica e gli zoccoli ai piedi. Fuori fa freddo, lui non sente nulla. Il padre è sotto una lastra di vetro, sembra dormire, il volto sereno. Era ancora nella vigoria degli anni quando la morte si è impossessata di Lui senza pietà. Si piega su di lui, il giovane figlio, isolandosi da una cerchia di donne dolenti e sembra volergli dire qualcosa, sussurrare confidenze tra loro! Cose non dette, cose non capite, cose di cui non avrà mai più la risposta. Poi si allontana pensoso e scompare in un angolo della sua casa adesso desolata!

 

Fasci di fiori arrivano in questa casa dignitosa e pulita. Non ricca né lussuosa, come le comari dei rioni invece la descrivono, con malanimo, in quei giorni di lutto. Giorni che sono stati di mormorio anzicchè di riflessione, dello stare vicino a chi è rimasto schiantato da una morte così tragica, una morte che è una denuncia sociale. Momenti in cui ci si ripiega in se stessi per questa tragica fine di un uomo che tocca tutti da vicino! C’è una strana solidarietà tra questa gente, qui, nella Locride. Ambigua. Chiacchiericcio senza un’ombra di compassione da parte di chi poi in tutte le feste comandate va in chiesa a farsi vedere e a intrattenere pubbliche relazioni durante la messa! Maldicenze a ruota libera come per dare sfogo ad una propria personale rabbia da riversare sugli altri. Per trovare un bersaglio che non si fosse se stessi. Che fosse altrove.

E’ facile colpire gli inermi! Questa rabbia non si abbatte sui responsabili, su chi dovrebbe tutelare le persone esposte ai più svariati rischi in una terra senza legge! Sui tutori e amministratori della legge che spostano altrove i loro obiettivi, dove sono sicuri di uscire da eroi e non avere rogne, insieme ai loro compagni di merende che siedono in parlamento, nelle sedi regionali, comunali, comunità montane e anche talvolta nelle curie! Quanti bei soldini si fanno con i terreni sequestrati ai mafiosi! Agriturismi da sballo e notorietà da “primedonne della pace”! Mafiosi spesso ritenuti tali da processi non attendibili, in cui si da spazio ai pentiti che notoriamente non sono dei seminaristi ma spietate tagliagole. Che per due soldi vendono la propria madre. Si parte dall’assunto che siano “uomini d’onore” e pertanto quello che dicono sia la verità! Ma l’onore non solo costoro non lo conoscono, ma ancora più grave è che non lo conosce nemmeno che gli da loro ascolto! Figuri senza onore e senza pudore!

Fa tristezza e rabbia vedere come si possa morire più volte. Le indagini, in questi luoghi, non le conduce chi dovrebbe, con perizia e competenza che non ci sono, ma il pubblico mondo, frustrato da una misera esistenza! Da nessuna aspettativa di una vita sana. In Calabria di serio c’è una cosa: la disperazione silenziosa e inconsapevole della gente che si comporta vilmente perché non ha il senso dei propri diritti e doveri. Per il resto nulla più: non scuole, non biblioteche, non strade, né posti di lavoro e oggi nemmeno l’unica cosa pulita che un tempo c’era. Il mare! Discariche a cielo aperto direttamente sulla spiaggia, in comuni sorti come funghi sul litorale, senza controlli. La sanità pubblica è a spasso! L’ufficio di Igiene è latitante. E se c’è, e c’è, ruba i soldi ai contribuenti perché non vigila. Per sopravvivere è sorto il comparaggio. Io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Il baratto. Così si è ridotti!

Ognuno pensa al proprio orticello, ai propri figli e massimo alla suocera che in genere regge la famiglia, per il resto il vuoto assoluto. Gli “affari del mondo” non riguardano l’uomo di cui parliamo, che poi è un genere diffuso. Basta che la sua azienda familiare progredisca, il resto è fuori! E’ indifferente alle cose pubbliche e disponibile a qualsiasi regime politico, purché il suo mondo privato non si tocchi. Ma il suo mondo, per questo modo di fare, andrà sempre peggio, com’è andato finora.

Questa gente non vuole sapere, scappa, si nasconde. Quando accadono cose gravi nel proprio paese e dintorni, non dico nella politica internazionale, perché sarebbe come chiedere a un paralitico di fare i cento metri in cinque secondi, i nostri eroi perdono immediatamente la vista, l’udito e la parola, che rimane solo per sparlare di nascosto! E’ inutile sfogliare la verza! I nostri prodi sono alla canna del gas e non si accorgono di stare per esalare l’ultimo respiro. Loro sono “le anime belle” che con certe cose non si immischiano. Non sanno che l’ignoranza è l’anima del crimine! Non si informano su nulla. Ho avuto modo di vedere che comprano “Il Dibattito“ di nascosto in paesi lontani dal loro o addirittura se lo fanno comprare dai più coraggiosi che osano andare pubblicamente a richiederlo in edicola. A tanto siamo arrivati!

E dove vogliamo andare? Da nessuna parte! Condannati da questa codardia. Uomini, si fa per dire, incoscienti dei loro diritti all’esistere, perché esistere significa avere, oltre a tante altre cose, anche quel pizzico di curiosità intellettuale per leggere carta stampata controcorrente. I nostri campioni al massimo comprano “La Gazzetta del Sud” che fa tendenza e le cose che si leggono “ non sono le solite cose” e piacciono alle maestranze! Non come il Dibattito che “spara sempre le solite cose”. Come se le “solite cose” fossero panini al latte e non notizie alla dinamite da far impallidire dalla vergogna chi queste “solite cose” le legge e rilegge e non prende provvedimenti seri. Parlo della popolazione che non si chiede il perché! Ma nega con disgusto quello che vi legge! Il fatto è che i giornalisti del “Dibattito” non hanno collare! Giornalisti dotati inoltre di ironia e autoironia che non è da tutti, ma prerogativa delle persone intelligenti e distaccate, che non si fanno illusioni. E passano le informazioni che conoscono pagando di persona! Le notizie pubblicate non sono balle, come molti asseriscono per delegittimarle e delegittimare chi le scrive. Viene letto nelle questure e nelle sedi giudiziarie. Come mai? I dirigenti di questi uffici non hanno null’altro di serio da fare che leggere menzogne? No, loro sanno che di menzogne non si tratta, ma di comunicazioni molto verosimili. E allora finiamola una buona volta di mettere la testa sotto la sabbia! Un noto bipede fa così, lo struzzo, ma ci si aspettava che gli umani, che bipedi sono lo stesso, appartenessero alla razza superiore, non a quella delle galline e pennuti vari! Il fatto è che sono codardi e i codardi, si sa, hanno invidia di chi ha il coraggio di dire la verità, di sbandierarla pubblicamente, e allora i codardi cercano di screditare queste persone e questo giornale delegittimandoli con meschini luoghi comuni, per miseria intellettuale e morale. Questo lo si potrebbe forse accettare dall’uomo semplice della strada, ma non dal professionista.

E in Calabria sono tutti laureati in qualche cosa e dunque professionisti! Ma sono laureati soprattutto a sputare sentenze senza pensare troppo. Non pensano, il cervello non c’è se non per vedere dietro con quale vincitore di turno accodarsi! Di quale Pater Familiae essere servo! Con queste premesse la Calabria potrà progredire? Ne dubito. Non è con gli striscioni che cambiano le teste. Troppo rumore inutile se non dannoso. Così non si cambia, ci si umilia ancora di più! Si cambia solo con una maturità acquisita lentamente. Osservando, studiando, lavorando, con tenacia e costanza. Con la consapevolezza profonda che non si è vincitori denigrando i più deboli, ma si è solo vili. Che la colpa non è degli altri, ma anche nostra che non facciamo nulla per rispettarci e farci rispettare.

Si può cambiare avendo la coscienza dei propri diritti e doveri, che non è quella di sgraffignare un posto al sole nei socialmente inutili, o quello di impiegato comunale o regionale o parlamentare, tanto per citare qualche categoria, ma impegnandosi in prima persona ad essere soggetti civili. Volere cambiare veramente. Volere la verità, la libertà e la giustizie vere! Avere compassione per gli altri. Non giudicare a priori. Avere dignità e non cercare le vie più brevi. Ma queste cose hanno un prezzo altissimo. Tuttavia questo conto nessuno lo vuole pagare!

La responsabilità di questa miseria in cui è sprofondata la Calabria è fondamentalmente da assegnare ai politici corrotti e agli amministratori della giustizia corrotti. E’ da attribuire a quelli che avrebbero gli strumenti culturali per fare, per aiutare i più deboli, ma costoro questi strumenti li usano per i propri benefici assolutamente personali, distorcendo la verità e facendosi passare per gli “eroi dei due mondi”! Sono talmente puliti che si associano nel pool dell’antimafia, dichiarando cosi pubblicamente di essere al di sopra di ogni sospetto! Si applicano una certificazione di verginità! Ma cosi non è! Ma chi sono gli uomini e le donne dell’antimafia? Non basta un titolo a farli diventare esenti da peccati! Idoli da rispettare a priori! Roba di altri tempi. Roba da Medioevo.

La Calabria è come una famiglia ai tempi dell’epoca romana in cui il Pater Familiae esercitava la patria potestà, il diritto di vita e di morte sulla moglie, sui figli e sui servi. Costoro rappresentati, ieri e oggi, dal popolo della Calabria e del Sud in genere. Il Pater Familiae è riprodotto dai legiferanti ed esecutori della giustizia, non tutti per fortuna, ma comunque in numero rilevante per fare grande danno. Eppure dall’epoca romana sono trascorsi più di duemila anni! Nel mondo civile c’è stata l’emancipazione dalla servitù. Non più padroni e servi, ma Cittadini che collaborano al miglioramento del loro Stato. Nel Nord Europa, nei paesi scandinavi, vige ancora la monarchia e il Re va a vigilare come un comune Cittadino sul rispetto dei Diritti dei Cittadini, spostandosi anche con i mezzi pubblici. Democrazia vera, nonostante le teste coronate. Da noi le teste coronate sono quelle di quattro sciancati senza pedigree che facendosi eleggere non si sa come e perché diventano “Onorevoli”. Dovrebbero dimostrare a priori di essere tali, cioè onesti e rispettabili e non basta un voto in più perché automaticamente diventino degni di onore. Usano le auto blindate a spese dei contribuenti, hanno stipendi e pensioni e una spocchia da capogiro… Questo fa girare la testa e le palle a chi ce l’ha! E’ sicuramente onorevole chi con sudore e onestà si guadagna da vivere. E non certamente i politici, che non sono al servizio del popolo sovrano, ma è il popolo sovrano al loro servizio.

Siamo nel terzo millennio, dovremmo usare una terminologia più adeguata ai nostri tempi. Siamo tutti onorevoli se siamo seri e rispettosi della dignità umana, degli animali e dell’ambiente.

Chiudo con la speranza che qualche coscienza si muova, che la Calabria ritorni ai calabresi e al mondo civile. Che sia liberata dagli avvoltoi nei cui artigli è intrappolata. Che la Verità e la Compassione animino la nostra vita. Senza libertà e giustizia non si può vivere, questi valori nascono dalle nostre istanze psichiche più profonde.

ANASTASIA