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verita.jpgRadioCivetta pubblica tra gli articoli tre lunghi commenti di nostri visitatori: Golia, Nuvoletta e Leopoldo. Dissertazioni  sulla  Verità e la Saggezza. Diversi punti di vista.bocca della verita rd.jpg
Radiocivetta aggiunge qualcosa alla fine...

Golia:
Come è facilmente deducibile, la verità che fin qui stiamo trattando è di tipo minuto, di proporzione individuale, valevole per ogni singola e particolare creatura umana: una verità piccola, ma ugualmente non facilmente traducibile e trasmettibile ad altre persone. Questo succede perché la verità è figlia del concetto di esperienza. Infatti dell’esperienza è trasmettibile solo la quantità delle conseguenze (cioè l’esteriore apparire della scottatura sul dito che ha voluto provare la fiamma), ma non è.
 
Esiste la verità particolare e personale, ed esiste la verità universale e rivelata.
La verità particolare si presenta come un vissuto personale la cui intensità emotiva si presenta intrasmettibile e intrasferibile perché unica nella sua intimita’ originale invece la verita’ universale rivelata o di fede, che non puo’ essere spiegata, puo’ essere ricevuta solo da spiriti illuminati e dotati da intelligenza d’amore.


Per verità s’intende tutto il vissuto in prima persona, sentito, partecipato e valutato sulla propria pelle, in modo unico, singolare e irripetibile. La verità è puramente un’esperienza personale, intimissima, che, per la complessità di sentimenti contrastanti e per un complesso di condizionamenti culturali e psichici, risulta quasi sempre intrasferibile e non esprimibile in modo trasparente e completo. trasmettibile la qualità dell’effetto provato (cioè l’intensità emotiva e sofferente che provoca il fuoco a contatto diretto con la carne). E poiché abbiamo detto che la verità è il prodotto dell’esperienza (della quale è impossibile trasferire agli altri il proprio vissuto interiore sensibilissimo) anche la verità personale non è mai interamente trasmettibile soprattutto nel suo potenziale emotivo e intimamente vissuto.
Detto e analizzato il fenomeno della piccola verità particolare, per fortuna siamo in grado di constatare, con pensiero più profondo, l’esistenza intorno a noi della grande verità universale o Verità Rivelata.

Quest’ultima diventa, di necessità e conseguenza, materia di Fede e prodotto di conoscenza per spiriti illuminati che cercano la contemplazione delle armonie dell’Immenso Creato. Per ottenere l’intuizione della presenza, fra i piccoli gesti quotidiani, di una Volontà Superiore capace di coordinare l’insieme del percorso storico e generale, occorre ovviamente affinare la mente verso una sensibilità compartecipativa ed immedesimativa di tipo cristiano.

Una volta formato l’apparato di ricezione adatto, ecco che ogni persona, dotata di Intelligenza d’Amore, sarà in grado di essere infusa di Grazia e Sapienza tali da accorgersi che ogni piccolo comportamento umano diventa il riflesso della Suprema Verità di Dio trasmettibile solo ai puri di Cuore. Chiamiamo realtà tutto cio’ che appare davanti ai nostri occhi, come fenomeno estraneo a noi vi e’ quindi coinvolta la realtà sociale ed il nostro modo più o meno normale di rapportarci con essa la realtà dell’apparenza ci passa davanti come immagine.


Nuvoletta:
Noi siamo invitati a parlare della verità. E' importante che si sia stati invitati, perché la cosa peggiore è voler parlare della verità. Quando si vuole parlare della verità, magari si vuol dire che cosa è la verità e magari ci si mette anche a fare propaganda in favore della verità. Cerchiamo quindi tutti di salvaguardare il nostro "essere invitati". Parliamo della verità, perché ci è chiesto; diffidiamo di coloro che invece, in prima persona, si fanno avanti e si propongono di parlare della verità.

Nella storia della nostra civiltà,la verità ha avuto il compito di essere un "rimedio". Platone diceva ai giovani che bisogna cominciare a fare filosofia intorno ai trent'anni. Perché? Perché i giovani devono ancora imparare a vivere e a soffrire. Il giovane è l'essere umano che soffre poco. Ci rendiamo quindi conto che il dolore è il dato in relazione al quale prendiamo ogni decisione.
Porre, la verità in relazione al dolore, non è riduttivo. Che la verità abbia avuto il compito di salvare dal dolore non è affatto riduttivo! Però il senso che la verità può avere non si deve ridurre al senso che la verità ha avuto nella cultura,perché bisognerebbe innanzi tutto che ci mettessimo d'accordo sul significato di questa parola: "verità". Penso che parliamo a vanvera se, innanzi tutto, non ci intendiamo sul significato della parola "verità.

Penso che l'accertamento del significato di questa parola costituisca l'avventura più straordinaria che l'uomo abbia compiuto. Che cosa intendo dire? Prima di conquistare i pianeti, prima di conquistare il centro della terra, prima di dominare le civiltà, è necessaria quell'avventura che consiste nel poter sapere qualcosa che non possa essere assolutamente negata.
Quindi, innanzi tutto, pensiamo all'evocazione compiuta dai Greci: la verità come l'assolutamente innegabile, ma innegabile in modo tale che né cambiamento di epoche, né mutazione di cultura, né uomini, né Dei la possono cambiare. Neanche un Dio onnipotente può cambiare il contenuto della verità. Anche quando non si crederà più che esista una verità, ci si riferirà a quel senso che la verità possiede all\'inizio, cioè come assoluta innegabilità, incontrovertibilità.

C'è un modo di pensare la verità che non potrà mai condurre alla verità. Si dice che l'uomo cerca la verità: si pensa che la verità sia altrove, perché se la cerchiamo non è qui con noi. Allora ci mettiamo in cammino per cercarla.
Laggiù c'è la verità, e noi ci diamo da fare per raggiungerla. Magari possiamo, a questo proposito, usare una metafora evangelica, molto bella: ci mettiamo a "bussare alla porta della verità". Proviamo a riflettere su ciò che implica questa immagine del cammino che si deve percorrere per raggiungere la verità. Se io domando: questo cammino, che deve arrivare alla casa della verità, questo cammino è compiuto nella verità? Può esser compiuto questo cammino nella verità, se ci mettiamo, se partiamo dal principio che la verità sia laggiù, chiusa in una casa? Se la verità è chiusa là, il cammino percorso è nella non verità. Allora se bussiamo alla porta non ci sarà aperto. Questo che cosa vuol dire? Che se noi ci mettiamo nella prospettiva dominante, in cui la verità è qualche cosa che va ricercata, accostata, a cui ci si debba avvicinare, noi non la troveremo mai.

L'alternativa è incominciare a pensare alla verità come ciò in cui noi tutti, già da sempre, siamo. Quando si parla di verità e si dice: è "l'innegabile", a tal punto che nemmeno un Dio può negarla, ci rifaremo al modo in cui l\'intera tradizione occidentale ha inteso la verità, cioè come "una".
Una molteplicità di verità che si negano tra di loro. Come può venire in mente il concetto di una molteplicità di verità.? L'idea di una verità molteplice, conflittuale, internamente conflittuale (la verità del cristiano, la verità del marxista, la verità del capitalista, la verità del democratico, la verità del comunista), questo concetto conflittuale di verità è l'esito della distruzione inevitabile di quel grandioso concetto di verità, al quale alludevo prima: la verità come rimedio del dolore.

Tutta la complessa storia, scandita in due gradi tempi: dapprima si cerca che cosa sia l\'innegabile, si cerca di dire cos\'è ciò che è innegabile, perché i candidati sono molti. Negli ultimi duecento anni ci si rende invece conto, attraverso un lungo processo, che il senso tradizionale della verità è destinato a tramontare. Ma il tramonto della verità non è il tramonto di un qualche cosa che si studia nella lezione di filosofia, a scuola. Il senso della verità anima le opere, le istituzioni dell\'Occidente: Chiesa, Stato, economia, iniziative pratiche, prassi. Se pensate alla verità come un qualche cosa che non abbia a che vedere con la vita non stareste capendo niente di ciò che il pensiero filosofico ha inteso con questa parola. La verità è ciò che alimenta l\'intera tradizione.

Allora io affermo qualcosa di grave: la tradizione filosofica è necessariamente destinata al tramonto. Quel tramonto porta a quel concetto di molteplicità di verità. Di qui, se noi dovessimo andare avanti a discutere, la discussione dovrebbe prendere questa piega: per quale motivo tramonta quella tradizione, in cui ci sono tutti i grandi valori ai quali noi per lo più crediamo? Il valore della morale, il valore cristiano, il valore democratico, il valore delle leggi naturali, il valore della democrazia.
Non sono io che credo che la verità e Dio sono soffocanti. Io vi ricordo che l'età contemporanea è radicata in questa convinzione. Sono duecento anni che il nostro tempo sta allontanandosi da Dio.

Oggi, ad esempio, si pensa che il Cristianesimo sia in rimonta. Vent'anni fa si pensava al Cristianesimo come a un grande fenomeno in declino; oggi invece è in rimonta, ma nonostante questo andamento sinsoidale, la direzione generale, la tendenza fondamentale del nostro tempo, è verso il declino di tutte le grandi forme della civiltà. Io sono quello che descrive una struttura, che spesso è perduta di vista: questo discorso su Dio non mi appartiene, appartiene alla storia dell\'Occidente. Questo non perché io sia un sostenitore di Dio, ma perché sostengo che l'ateo e il credente abbiano un'anima comune. Sia l'ateismo sia l'affermazione di Dio sono lotte in famiglia all'interno di un comune modo di pensare: quel modo di pensare che crede che l'uomo sia un essere effimero, che esce dal nulla e che ritorna nel nulla. In relazione a quel modo di pensare, il credente e l'ateo hanno la stessa anima. Vale la pensa di sentire il mio discorso solo se non è mio, se non è prodotto di un individuo. Il cosiddetto "mio" discorso allude a qualche cosa che sta oltre la storia.

La verità non è mai stata trovata perché la possediamo già da sempre. Non è che sia, ripeto, quella casa laggiù in cui si debba entrare.
A costo di scandalizzarvi, ricordo che a Gesù, quando è sulla croce, il ladrone dice: "Signore oggi ricordati di me". Gesù gli risponde: "Quest'oggi tu sarai con me in Paradiso".
Ciò a cui questo discorso - che tento di portare alla luce, al di là della storia dell'Occidente - porta è l'affermazione: "Badate, voi, noi, tutti, siamo già da sempre in Paradiso". La radice greca di Paradiso vuol dire "esser presso gli Dei", "essere presso il divino".
Quindi io sono lontanissimo dal dire: la verità non è mai stata trovata. Non è mai stata trovata perché l'abbiamo sempre.
E' forse il linguaggio - qui verrebbe fuori il tema del linguaggio - che la occulta? Per tornare al cielo, questa volta non stellato, la verità è come il cielo. Se un cacciatore pensa agli uccelli e spara agli uccelli, non vede il cielo.
Ma il cielo splende sempre al di sopra della sua testa. Lui crede di non vedere altro che i volatili, le migrazioni degli uccelli e magari pensa a un cielo e "Chissà mai quando mai lo vedrò! Chissà mai se lo troverò". No, il cielo è qui da noi. Noi siamo nel cielo.


Leopoldo:
Come rispondere? D'intuito si risponde che non si può essere saggi; se non si sa come orientarsi, come stanno le cose. Il saggio si muove dentro uno schema di vita. Il mondo è la totalità dei fatti e non delle cose. Il saggio in qualche modo si muove dentro un ordine di verità. Schema classico della verità: tra il vero e il falso c'è opposizione; non ci sarebbero ordini di verità. Principio di non contraddizione, Aristotele; quello che si nega, si afferma.

Il principio di non contraddizione è una regola di condotta. La saggezza è implicata con la verità. Il principio della logica riguarda il bene; la logica della verità è la logica del bene. La teoretica è un insieme. Le forme della mente sono modalità di organizzare la vita, che vuole la verità ma non ne dispone. La verità si esperisce in un regime di parzialità; la verità deve essere sempre posta e ridefinita.

La condotta umana è implicata con la verità. Noi non possiamo avere cura di noi stessi se non ci curiamo dei principi; del nostro sapere. La verità della verità sta nella sua effettività. La verità si scopre; si ricerca. Per Aristotele: logica - opposizione vero/falso; vita - opposizione bene/male.
Delle realtà ci facciamo solo un'idea; mi faccio un' idea di una cosa a seconda di come essa viene nell'aspetto. Vediamo il cubo in alcune facce. La verità è farsi un'idea. Non abbiamo mai la verità nella totalità.
Voltando la faccia facciamo filosofia perché guardiamo gli altri aspetti. Sapere di sé e del mondo sono allora mappature che non esauriscono il mondo.
L'ordine della verità è lo sconfinato e allora diamo confini per dare stabilità a noi nel mondo e al mondo nel tempo. Il decidere della verità non è una violenza ma una necessità.

Ci sono momenti in cui decidere altrimenti moriremmo; ad esempio, dove vado in vacanza?
Rispetto al mondo la verità è una presa di posizione, altrimenti c'è la dissoluzione nel possibile e delirare. Con la saggezza realizzo la verità. Senza la deliberazione ci sarebbe la nostra progressiva dissoluzione - Aristotele. E allora l'attività è anche azione che parte dall'oggettività. La misura della verità è la riuscita, il bene umano. La verità è il non nascondimento; sta nel manifestarsi nel mondo in quanto tale. Noi siamo una prospettiva dentro il mondo, nell'apertura sul mondo.
Io esisto nell'apertura della forma della relazione. L'apertura è il disvelarsi come tale: mi muovo nell'aperto. Io sono nella verità che è prima del vero e del falso. Nell'apertura mondo, io mi muovo ora da una parte ora dall'altra. La scienza ha come criterio la misura dell\'efficacia.

La verità ha la misura del bene. La scienza non basta per vivere. (il pensiero unico ci dice le cose che non si possono fare e decidere) Il momento in cui le cose si possono fare, è quello in cui si decide sulle cose. La scienza cumula, non abolisce; anche la storia cumula. I saperi vengono dalla tradizione. O diamo senso interamente alla vita che viviamo o la perdiamo! Le tecniche hanno esattezza, la vita no. Perché ci turba tanto morire? Che cosa ci dà pena? Ci dà pena che il mondo prosegua senza di noi. La nostra vita è il legame nel mondo; noi vogliamo stare nella relazione nel tempo a noi assegnato. Le scienze ci fanno comprendere le nostre condizioni; più libertà uguale più conoscenza delle nostre condizioni. Noi siamo effetto e causa causante.

La verità è motivata dall\'interesse: si parla di passione della verità. Gli uomini si incontrano: vengono incontro'. Gli oggetti si vanno a cercare: 'si prendono'. Io mi interesso a qualcosa perché mi interessa; qualcosa scopro. Ho il piacere di sapere; il mondo si apre a me come mia curiosità. Il massimo dell'interesse per la verità coincide con il piacere per la verità, disinteressato.

'è il piacere della verità, della sua ricerca. Amore per la verità e non ostentazione per la sapienza, vanagloria. Sapere rigoroso. La perfezione esige lavoro; la forma esige tecnica. La verità esige l\'etica. Dobbiamo essere responsabili dei discorsi. Il germe della curiosità lavora dentro, non finisce; non è ostentazione di una gita. La curiosità è esperienza della sproporzione; quella vera ci porta al confine del niente perché sappiamo sempre troppo poco. Sapere quanto basta per le buone ragioni che portano la vita a frutto. Baccanti di Euripide: non è sapienza il sapere; non è conoscere tante cose che dà il vero sapere; né l'avere pensieri superiori a ciò che è mortale. Ma non è sapere tante cose che ci dà motivo, il sapere deve avere... Breve è la vita. Chi insegue troppo grandi destini non possiede il presente. Il possesso dei saperi deve aiutare a dare totalità alla vita secondo le ragioni del bene. La filosofia è quel sapere che dà senso ai diversi saperi. Il sapere visto verso la realizzazione della vita. Non siamo aperti e sporgiamo sul futuro; tempo della vita, tempo del mondo. La vita ci accoglie e (diamo un futuro al mondo). Il futuro è già nel presente. La mia vita non si compie nella mia vita ma si compie nella vita degli altri che noi amiamo. In nome della prossimità si salva il mondo: la promessa di futuro è la accanto.

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RadioCivetta:

... ed esiste la verità processuale. Prove e non filosofia. E finchè non ci sono le prove, certe e inconfutabili, esiste sempre l'inconfutabile verità di presunzione di innocenza. Fino a prova contraria. Per il resto ci possono essere ragionevoli dubbi di colpevolezza o di innocenza. Ma non verità. Verità processuale.
E noi di questo ci occupiamo. Il sesso degli Angeli non ci interessa.