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alemannosindaco.jpgAL SINDACO DI ROMA ALEMANNO, FORZA E CORAGGIO.pasquino150.jpg

Che la campagna elettorale per la conquista della poltrona di Sindaco di Roma sia stata una delle più impegnative e cruente dal dopo guerra ad oggi, questo è fuori dubbio. L’impegno profuso per conseguire questo successo nella roccaforte della sinistra è stato enorme.
Convincere decine e decine di persone allorché indecise o appartenenti a fazioni opposte è stato così sfibrante che ha richiesto un periodo di riposo per ricostituire le forze e ritemprare il carattere.
Ma adesso questa stasi è finita e quindi bisogna ritornare a combattere per affermare i principi di onestà e di cambiamento che sono stati i cavalli di battaglia nella campagna elettorale.

Molte cose alla gente interessano che siano attuate immediatamente.

Fra tutte le impellenti necessità di intervento, una riveste carattere prioritario, ovvero una sistemazione adeguata per la gente indigente che non può essere abbandonata sui marciapiedi, piena di insetti, sudicia e mal vestita. Occorre dare a loro un alloggio, una sistemazione adeguata e degna di un essere umano.
E’ inconcepibile quello che la sinistra, al potere per circa quaranta anni, e specialmente nelle persone dei Sindaci Rutelli e Veltroni, ha fatto, stanziando un’enormità di risorse per i “rom” tralasciando impunemente qualsiasi consistente aiuto morale e materiale nonché una sistemazione decente nei confronti dei nostri “barboni”.
Ad essi è stato proibito l’accattonaggio. Giusto!
Ma perchè è stato consentito invece ai “rom” di chiedere l’elemosina in quello stato teatrale specie sul marciapiede di via del Corso?

Altro tema caldo per cui occorre intervenire con sollecitudine è quello riguardante la sicurezza.
I nostri ragazzi o ragazze debbono andare per le vie di Roma senza aver paura di essere aggrediti. Che il decreto sulla sicurezza, osteggiato dalle sinistre, va a passo di lumaca in Parlamento, non costituisce un alibi per non procedere oltre.
Bisogna organizzarsi, sia con quelle forze di sicurezza governative disponibili sul territorio sia con una continua assidua presenza di Vigili Urbani Comunali. E perché no con l’intervento dell’Esercito?
Non vi sono da proteggere caserme, doppie ambasciate e consolati, sedi del Parlamento, del Senato, del Governo, della Regione e dello stesso Comune? A questo punto viene spontanea una domanda? Dove sono i Vigili Urbani? Non si sa! Forse negli uffici o in altri luoghi? Girando per le vie di Roma si nota la loro presenza al largo Chigi, a piazza Venezia, ed alternativamente a piazza di Spagna nel numero, quasi sempre, non superiore a due. In altri luoghi centrali della città sono completamente assenti fatta eccezione in alcune giornate, a dir la verità poche, che appaiono soltanto per breve tempo, per poi sparire. Si dice che essi siano di stanza negli uffici comunali per il disbrigo delle pratiche concernenti le multe. Si osserva che per tale compito non servono i Vigili ma soltanto impiegati amministrativi che pullulano negli uffici comunali ed una parte consistente senza specifici compiti.
Quando una persona fa un concorso da Vigile deve sapere che il suo posto è nella strada e non dentro un ufficio.

Terzo provvedimento di carattere urgente è quello relativo al traffico.
Non è possibile concepire questo caotico traffico, indisciplinato, incivile, e alquanto pericoloso visti i continui incidenti, e deleterio per la salute di ognuno di noi dovuto specialmente ai gas di scarico delle auto e motorette specie nella parte vecchia della città. Lasciamo perdere il pagamento per accedere alla zona centrale della città che non risolve affatto il problema.
Bisogna avere coraggio, e spero che questo non manchi al Sindaco Alemanno, per costituire una cinta protettiva invalicabile al centro storico.
Non andiamo a vedere le isole pedonali delle capitali e città importanti europee. Basta andare a Verona per veder come funziona una vera zona pedonale che va da piazza delle Erbe a piazza Brà compresa ove nemmeno le biciclette, spinte a mano, possono accedervi.
A Roma, invece, come via Condotti, via del Gambero etc. dove è posto un cartello di zona pedonale è transitato da taxi, motorette e camion per lo scarico delle merci selvaggiamente oltre a tutte le auto dei residenti e molte volte adibite a parcheggio.
Chi non può accedervi sono i soliti automobilisti, senza facilitazioni di sorta, che oltre a pagare un prezzo esoso per la benzina sono tartassati da assicurazioni, bollo e bazzelli di ogni specie.
Altra zona dove è impossibile e pericoloso camminare a piedi è a piazza S. Silvestro, via della Mercede, nei pressi di Fontana di Trevi e vie adiacenti dove una miriade di motorette stazionano da mattina a sera lungo i marciapiedi e più delle volte sopra di essi.
Viene da fare una considerazione: le motorette nella generalità dei casi vengono pilotate da gente giovane e per lo meno non vecchia a cui non mancano belle gambe per camminare, mentre gli anziani non possono permetterselo.
Allora perché non lasciare tali mezzi lontano dal centro storico, prendere i mezzi pubblici e recarsi al lavoro? No. Vogliono se è possibile entrare con la motoretta o con la propria auto, munito di un permesso speciale, qualche volta irregolare, entro il posto di lavoro.

Purtroppo la dolorosa storia riveste proprio i mezzi pubblici. Gli autobus, i tram (pochi), ed in particolare la metro “B” versano in condizioni per di poco pietose e privi di qualsiasi norma igienica. Specie la metro, lasciata alla mercè di straccioni, sporchi e drogati è stata ed è tuttora un complesso di sporcizia indefinita, piena di grafiti incomprensibili e volgari che fanno apparire i vagoni come tradotte d’immondizia.
Delinguenti minorili, senza la pur minima educazione, segnano i vetri dei mezzi pubblici con punteruoli, disprezzando, offendendo in tal modo tutti gli onesti cittadini.

Certamente la città di Roma non ci fa una bella figura ma nemmeno i suoi amministratori se non prendono i dovuti provvedimenti.

Ma questo accade soprattutto perché non vi è controllo. Le municipalizzate Atac e Metrò lasciano incostutiti nella notte i mezzi alla mercè di questa feccia da galera.
Oltre a ciò bisogna rilevare l’indisciplina della gente che non rispetta alcun ordine specie sui mezzi di superficie: sale dove si deve scendere scende dove si sale.
Ora che alla metro, finalmente, si è provveduto ad eliminare di prendere il mezzo senza pagare, i così detti “portoghesi” nostrani e stranieri, si sono riversati sui mezzi di superficie perché si sono accorti che per essi non è stato preso alcun provvedimento ristrettivo di controllo.

Ed adesso veniamo ad un altro capitolo di cose da attuare in tempi brevi, ovvero la sistemazione di alcune strade più frequentate e relativi marciapiedi.
Le strade come via Nazionale, via del Teatro Marcello, via Petroselli, piazza Venezia. via del Corso e tutte le strade limitrofe dove è stato proposto di chiuderle a qualsiasi traffico, sono in uno stato davvero deplorevole e pericoloso.
I marciapiedi sono pieni di avvallamenti e buche dove i pedoni debbono stare estremamente attenti per non incorrere a seri incidenti.
In questi giorni, finalmente, si è constatata l’apertura di un cantiere a piazza Venezia per la sistemazione della sede stradale. Speriamo che cantieri simili vengano aperti in altre zone della città e che i lavori siano portati a termine in breve tempo.

A proposito del tempo di esecuzione, in particolare bisogna rilevare che il cantiere per l’accertamento di insediamenti storici a piazza Venezia, aperto in occasione della costruzione della metro C, è a carattere perenne. Per rilevare vecchie fondazioni di insediamento urbano della antica Roma, si è bloccata una piazza e dove in tale cantiere in molti giorni nessuno lavora. Il traffico impazzisce ed i cittadini si domandano che cosa si aspetta per smantellare o quanto meno ridurre il  perpetuo cantiere.

E’ vero che tutto quanto questo è derivato da gestioni irresponsabili ed inette ormai passate ma ora che con il nostro voto abbiamo sovvertito questa precaria situazione, bisogna impegnarsi oltre il consentito, per ovviare a queste manchevolezze.
Non sogna altro la sinistra della irrealizzabilità di queste cose promesse!
Quindi esimio Sindaco Alemanno, piccone in spalla e via a lavorare.

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Pasquino, la voce di Roma 16.07.08