Pin It

avvoltoio seppia rid.jpgCome gli Intoccabili di Catanzaro, Reggio Calabria e Milano hanno operato per predare ad una cittadina l’abitazione, dando vita ad una macchinazione incredibile. E non c’è un giudice a Salerno…

La potremmo chiamare la “sagra delle stranezze”; oppure potrebbe rappresentare la trama per una commedia dell’impossibile. E invece la macchinazione messa in atto da taluni magistrati rientra nella normalità di comportamento della mafia dell’antimafia. Chiamata ad amministrare la giustizia in Calabria e non solo in Calabria. Gli accreditamenti- peraltro già noti ai lettori di Giustizia Giusta- si svolgono nell’arco di dieci anni lungo l’asse geo-giudiziario che va da Catanzaro a, a Reggio Calabria, a Potenza con picchi a Milano e a Salerno. Gli accreditamenti sono tutti collegati alla predazione della casa in Noverato della contessa Lucifero da parte del procuratore DDA di Catanzaro dr. Salvatore Curcio.

Non si tratta di fatti narrati per il gusto del gossip: si tratta soltanto dell’antefatto su cui s’inanella una serie incredibile di altri fatti che vedono numerosi magistrati usare i loro poteri per accanirsi nei confronti di cittadini colpevoli soltanto di osteggiarne i disegni.

L’ANTEFATTO: Il dr.Valea, già giudice dell’esecuzione presso il Tribunale di Catanzaro vendeva – ad un prezzo dimezzato rispetto alla perizia redatta dall’ing. Gregorace – un attico panoramico lasciato in legato a Enrichetta Lucifero. E a chi lo faceva acquistare? Al suo collega dr. Curcio. Nel settembre del 1999, venuta a conoscenza della vendita, la contessa Lucifero faceva l’offerta dell’aumento del prezzo di 1/6. Il dr. Valea rifiutava l’offerta e disponeva per lo sfratto della contessa e per la consegna dell’appartamento al dr. Curcio.

I FATTI: Durante l’esecuzione dello sfratto un’esasperata Enrichetta Lucifero minacciava con una pistola giocattolo gli ufficiali giudiziari e i carabinieri che, su disposizione della DDA di Catanzaro, li accompagnavano. Sopraggiunto l’avv. Giuseppe Lupis, difensore della contessa, gli sfrattatori rientrano in casa e prendono in consegna la pistola giocattolo con “tappino rosso”. Su esposto-denuncia di Enrichetta Lucifero interviene – per competenza – la procura della Repubblica di Salerno che come primo atto dispone il sequestro dell’appartamento nominando la contessa come custode e reintegrandola nel possesso. Il dr. Valea, il dr. Curcio e il geometra Rubino vengono rinviati a giudizio per truffa, falso in atto pubblico ed abuso di potere. Eppure Salvatore Curcio rimane ad operare tranquillamente nella procura antimafia di Catanzaro. L’11 gennaio 2004 viene arrestato nell’aeroporto di reggio Calabria l’avv. Lupis perché nel suo borsone viene, al momento del controllo, rinvenuta una pistola che in seguito si assumerà essere la pistola con cui Enrichetta Lucifero aveva minacciato gli sfrattatori e che l’avvocato ( novello Fregoli ) avrebbe, in pochi secondi e davanti ai carabinieri, sostituito con una pistola giocattolo. L’udienza preliminare presso il tribunale di Salerno in cui la contessa avrebbe dovuto costituirsi come parte civile contro Curcio e soci viene fissata per il 6 luglio 2004. Intanto il Gip di Catanzaro, su richiesta del sostituto procuratore dr. Baudi, emetto mandato di cattura nei confronti dell’avv. Lupis per “calunnia” nei confronti del dr. Mollace, il pm reggino che lo aveva fatto arrestare nel gennaio. Calunnia configurata attraverso le parole contenute in una memoria difensiva indirizzata dal detenuto Lupis al Procuratore Generale in Reggio ( vale appena ricordare che questi per aver preso in considerazione l’esposto venne trasferito ad altro “superiore” incarico). Su richiesta della procuratore DDA di Catanzaro si procede a Reggio al sequestro de “Il Dibattito” e all’arresto ( insieme ad altri, ndr) del Direttore Francesco Gangemi che aveva osato pubblicare il primo di una serie di articoli sulla vicenda dell’arresto ( il primo ndr) dell’avv. Lupis documentando come fosse strettamente connessa “ con gli interessi immobiliari di uno degli affiliati alla DDA di Catanzaro”. Dopo i 90 giorni di rito ( essendogli stata negata la scarcerazione anticipata da parte la ludica magistrata Caterina Chiaravalloti perché la custodia cautelare sarebbe servita a “rieducarlo”) l’avv. Giuseppe Lupis viene liberato e presenta motivata richiesta di costituzione di parte civile della contessa Lucifero, da discutere in dibattimento ad inizio dicembre del 2005. Il pm si associa alla richiesta. Il collegio la rigetta ammettendo la costituzionedi parte civile solo del Ministro di Giustizia e peraltro del dr. Valea. Nel corso del dibattimento ( dal quale ormai Enrichetta Lucifero è stata estromessa ) emerge, tra l’altro, su dichiarazione del dr. Valea che Salvatore Curcio si era recato da lui accompagnato dal Procuratore DDA di Catanzaro dr. Lombardi che lo aveva invitato a dare una mano al collega vendendogli l’appartamento de quo. Un’altra chicca,. In una deposizione da lui resa a Salerno il fantasista predatore Salvatore Curcio dice testualmente: “ per fortuna il giorno in cui doveva essere seguito lo sfratto – il tempo è galantuomo – non mi recai personalmente sul posto ma delegai l’avvocatessa Pisano, mia amica d’infanzia. Infatti l’avv. Lupis e la Lucifero, per come poi mi ha confermato una mia collega della DDA di Milano, avevano organizzato la mia uccisione.

L’EPILOGO : A fine gennaio 2006 si conclude il processo a Salerno con l’assoluzione di tutti gli imputati e con un’ordinanza di restituzione dell’appartamento di Noverato all’”avente diritto”. A chi? Il dr. Curcio o Enrichetta Lucifero? A gennaio 2007 l’avv. Lupis e l’ultra ottuagenaria contessa vengono, con grande battage di stampa, rinviati a giudizio dalla DDA di Catanzaro per avere organizzato l’uccisione di Salvatore Curcio. Vogliamo ricordare quanto scritto in un’interrogazione parlamentare del febbraio 2004 dell’on. Sergio Cola in cui ci si chiede del perché dell’accanimento nei confronti dell’avv. Lupis uno dei fondatori di “Giustizia Giusta” noto, oltre che per essere un valente professionista, anche per aver denunciato una serie di fatti che coinvolgevano pesantemente alcuni magistrati calabresi”

Ruggero di Lauria

Ho Riportato integralmente l’articolo pubblicato da Ruggero di Lauria su  Giustizia Giusta  del mese di gennaio / febbraio 2007, periodico bimestrale per la giustizia e il diritto. I commenti li lascio ai lettori! Per saperne di più sulle denunce intorno alla malagiustizia consultate il portale web che è:  frontemediterraneo  

RadioCivetta