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DENUNCIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAPERCHE’ LA SUA CAVALLERESCA DIFESA DEI DEBOLI E DEGLI OPPRESSI NON SI ESAURISCA IN QUELLA DELLA SENATRICE. LEVI MONTALCINI (ALLA QUALE IL POVERO SEN. STORACE AVEVA SOLO OFFERTO UNA STAMPELLA ) MA SI ESTENDA, CON LO STESSO SPIRITO, ALLA CITTADINA ENRICHETTA LUCIFERO E CONTRO L’AZIONE DI UNO DEI TANTI BRILLANTI GIUDICI ANTIMAFIA – IL DR. SALVATORE CURCIO DELLA D.D.A. DI CATANZARO - CHE TENTA DI SOTTRARLE LA CASA DI ABITAZIONE, MENTRE LE SI NEGA PERSINO IL DIRITTO A UN’AUDIZIONE DA PARTE DELLA TERRIBILE COMMISSIONE ANTIMAFIA, SORDA E MUTA DINANZI ALLE MAFIE ISTITUZIONALI. storace 200 jpeg.jpg
   Il titolo non è a effetto: Richiama la storia vera della battaglia che la Contessa Enrichetta LUCIFERO sta combattendo da quasi dieci anni per non essere buttatta fuori di casa da quella che ha denunciato, con un atto ufficiale consegnato alla ( per questo terribile ) commissione bicamerale antimafia in giro per l’Italia dovunque ci sia da lanciare proclami e dare spettacoli di audizioni inutili, conditi da “grazie”, “com’è buono a intrattenerci”, “ancora una leccata, prego”, ma senza affrontare – neppure per verificare doverosamente se ci si trovi dinanzi a una calunniatrice o a una Cittadina perseguitata da coloro che adottano metodi autenticamente mafiosi e gestiscono uffici giudiziari come  lupare, per conseguire benefici per sé e i propri complici, nella certezza della più completa impunità.Il DIBATTITO NON HA PAURA DI OFFRIRE AI PROPRI LETTORI LA PUBBLICAZIONE DI QUANTO IN POSSESSO DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA. Ma anche DEL MINISTRO DI GIUSTIZIA MASTELLA E DEL PRESIDENTE NAPOLITANO AL QUALE, RISPETTOSAMENTE MA DOVEROSAMENTE, NON POSSIAMO NON CHIEDERE SE NON RITENGA DI ASSUMERE LE DIFESE DELLA CITTADINA ENRICHETTA LUCIFERO: Anche tenuto conto del fatto che se ha assunto le difese della Senatrice LEVI MONTALCINI contro colui che, alla fine, le aveva solo offerto una stampella, potrebbe fare un intervento altrettanto cavalleresco – ma molto più e utile ci permettiamo di osservare - in favore di una Cittadina priva di risorse  cui non si offre una stampella ma invece è vittima di un tentativo ( il secondo in pochi anni) di sottrarle la casa, usando come lupare le istituzioni giudiziarie. “Al Signor  Onorevole Francesco ForgionePresidente della Commissione bicamerale antimafiaAi Deputati e Senatori componenti della Commissione bicamerale antimafiaPalazzo San Macuto                                                                                                  ROMALa sottoscritta Enrichetta LUCIFERO, nata a PESCARA il 2 Dicembre 1925, domiciliata in SOVERATO, Via Chiarello, 6,… DENUNCIA -pronta anche a subire un procedimento per calunnia quando la commissione in indirizzo omettesse di compiere il proprio dovere istituzionale - DI ESSERE VITTIMA DELL’AZIONI MAFIOSE CONDOTTE AI DANNI DELL’ESPONENTE DA PARTE DI MAGISTRATI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA – DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANZARO E     CHIEDEIl più immediato intervento della Commissione, nell’ambito delle sue funzioni istituzionali, per verificare come tali magistrati, sfruttano la forza intimidatrice del vincolo associativo e lo stato di assoggettamento e di omertà che ne deriva, a partire dal 1996 e a tutt’oggi, per commettere i delitti di falso, abuso, estorsione, associazione a delinquere, omissione di atti d’ufficio e assicurare a se stessi e ai propri complici la più totale impunità corrompendo ogni istituzione nascosti dietro l’esercizio delle funzioni di magistrato. I fatti, appresso esposti, sono tutti documentalmente provati con le copie degli atti allegati. E provano la realtà di una mafia che consente ai responsabili dei delitti indicati di continuare a operare  per portare a ulteriori conseguenze i delitti gravissimi che la sottoscritta ha denunciato a partire dall’Agosto 1999. Le azioni mafiose dei magistrati appresso indicati con nomi e qualifiche, sono provate dalla semplice lettura dei documenti richiamati e inseriti nella presente denuncia (Con il testo cartaceo e i documenti la sottoscritta allega e trasmette copia della presente richiesta su supporto magnetico in modo che la Commissione, ove ritenesse più facile la consultazione degli atti, possa provvedervi ( o farvi provvedere da suo collaboratore possibilmente non magistrato in contatto amichevole con i protagonisti dei crimini denunciati ) anche utilizzando tale supporto che consente di leggere i documenti che intercalano la narrativa semplicemente ingrandendo da “100” a 200 o oltre la schermata su un apparecchio elettronico di elaborazione dati (personal computer).). La sottoscritta    CHIEDEDi essere tenuta informata dello sviluppo e dell’esito dell’azione della Commissione,  se verrà avviata non solo per esigenze elementari di Giustizia ma per lo stesso decoro della Repubblica e del Parlamento, dopo dieci anni e mezzo dall’avvio delle azioni criminali di criminalità organizzata e associata dietro la foglia di fico dell’istituzione giudiziaria e qui di  seguito denunciate e documentate…”.  L’associazione a delinquere tra magistrati di CATANZARO  cui oltre a VALEA e CURCIO, in ruoli diversi, hanno partecipato – salvo altri – anche il procuratore capo Mariano LOMBARDI, il giudice GALLO ha operato in modo da ritardare il rinvio a giudizio di VALEA e CURCIO, avvenuto solo a Luglio 2004. E… per privare l’esponente dei propri diritti, sia come interessata alla procedura esecutiva 244/87 quale fideiussore del debitore principale, Nicola MARTELLI, sia quale legataria dell’appartamento oggetto dell’azione criminale degli imputati, in SOVERATO, impedendole di partecipare al processo come parte civile e, ribadisce l’esponente, addirittura rifiutandole il rilascio di copia degli atti del dibattimento, dopo che la sottoscritta, studiandoli, ha potuto documentare le false dichiarazioni di alcuni dei testi escussi ( …) Le azioni criminali compiute in concorso e con legame associativo dal gruppo di magistrati di CATANZARO sono qui di seguito evidenziate a partire dal provvedimento manoscritto redatto dal Dr. Giuseppe VALEA, operante presso l’Ufficio esecuzioni civili del Tribunale di CATANZARO, il 26 Gennaio 1996 Con la specifica indicazione ( in basso nel primo foglio manoscritto) del fatto che l’Ing. GREGORACE “…CTU ha proceduto al deposito di relazione contenente la esatta individuazione e valutazione di una parte dei beni pignorati dei quali, giusta richiesta dei creditori, può farsi luogo alla vendita all’incanto;….1)ordina la vendita dei beni specificatamente individuati e valutati nella relazione di consulenza tecnica depositata all’udienza del 19 gennaio 1996; 2)manda il creditore procedente di redigere l’ordinanza di vendita, con riserva della successiva collazione e indicazione della data di esperimento degli incanti;…” ( II foglio manoscritto –Vedi fasc. atti acquisiti e allegati e II fotocopia, da sin. a destra a pag. 1 della presente memoria.). Successivamente a tale data si procedette da parte dell’Avv. Schifino alla redazione dei bandi per come risulta dal successivo verbale della procedura  esecutiva del 16 Gennaio 1997 con la richiesta di fissazione della “…vendita all’incanto …” come stabilito dal Dr. VALEA un anno prima, il 29 Gennaio 1996 ( “…l’Avv. Schifino…allega…prospetto…di vendita per gli immobili già valutati dal CTU così come disposto con provvedimento del 29/01/96 al fine di disporre eventualmente la vendita…” – Cfr. qui sotto fotocopia II foglio della copia già acquisita dal Tribunale e in atti).               Non viene fissata alcuna “vendita all’incanto”, nonostante quanto era stato disposto fin dal 29 Gennaio 1996 e oggi la sottoscritta si trova, dopo oltre un decennio, a richiedere Giustizia al Tribunale di SALERNO, frastornato dal tempo trascorso e dalla rinnovata virulenza dell’attività del gruppo di magistrati di CATANZARO, uniti nell’azione diretta a privare la sottoscritta della possibilità di avere giustizia, nonostante la prova documentale dei delitti commessi – anche di quelli mai fino a oggi contestati, come la ricettazione – e delle azioni successive e attuali per deviare il normale corso della Giustizia, con l’esibizione di prove false, profittando anche delle menomate possibilità operative della sottoscritta parte offesa. E con la protervia, derivante dalla certezza della più assoluta impunità, di confessare apertamente le proprie colpe, indicando le azioni compiute per deridere ulteriormente, sarcasticamente, la richiesta di Giustizia dell’esponente per come dimostrano gli altri documenti in atti e che sono qui di seguito riportati e richiamati per evidenziare in quale abisso s’è cacciata la Giustizia a opera dei responsabili dei delitti commessi dai magistrati di CATANZARO responsabili delle azioni per cui è processo e di quelle finalizzate a impedirne una conclusione conforme a Giustizia.La prova scritta ulteriore dei delitti compiuti si trova tra gli atti acquisiti dal Tribunale: Il verbale dell’udienza dell’11 Luglio 1999.Facendo finta di dimenticare quanto aveva stabilito il 26 Gennaio 1996, tre anni e mezzo dopo il Dr. VALEA vende al Dr. CURCIO “…senza incanto…” ( Cfr. II foglio del verbale, in atti – II copia qui sotto riprodotta ) e per la somma di L. “…289.100.000…” ( Cfr. III foglio del verbale, in atti – III copia qui sotto riprodotta )  invece che per L. 401.500.000 come era stato periziato dal CTU tre anni e mezzo prima l’appartamento di SOVERATO:

(…) Lo scempio della Giustizia per cui si chiede l’intervento della Commissione   vede nell’ordine:   19870Il pignoramento di immobili di proprietà di Nicola Martelli il 22 Dicembre 1987 da parte della Soc. Reale Mutua di Assicurazioni e avvio della procedura esecutiva immobiliare 244/87 R.E. CATANZARO;La Signora Enrichetta LUCIFERO è interessata al procedimento in quanto ha prestato fidejussione, in favore del debitore pignorato.     1988 0A – La trascrizione del verbale di pignoramento il 5 Gennaio 1988;   19930B – La nomina da parte del G.E. Dr. D’AMICO dell’Ing. Gianfranco GREGORACE a CTU il 13 Maggio 1993;    19961 – Il deposito della relazione del CTU Ing. GREGORACE  il 10 Gennaio 1996 con l’indicazione del valore dell’appartamento sito in SOVERATO, via Chiarello, 5, legato alla Signora Enrichetto LUCIFERO, in L. 401.500.000. 2  - L’emissione da parte del G.E. Dr. VALEA, di provvedimento manoscritto del 29 Gennaio 1996, con cui si dispone la vendita agli incanti dell’appartamento ( partendo dal prezzo base di L. 401.500.000 ) demandando alle parti la redazione dei bandi; 2A – La morte di Nicola MARTELLI il 29 Novembre 1996. (La Signora Enrichetta LUCIFERO è ulteriormente interessata al procedimento in quanto, prima di morire, Nicola MARTELLI con testamento le lega l’appartamento di cui ai nn. 1 e 2, di cui il Dr. VALEA ha disposto la vendita “agli incanti” fin dal 29 Gennaio 1996. (…)    1997 3 – La comunicazione al giudice dell’esecuzione Dr. VALEA dell’avvenuta predisposizione dei bandi, al verbale dell’udienza del procedimento esecutivo il 16 Gennaio 1997 ( “…l’Avv. Schifino…allega…prospetto di istanza di vendita per gli immobili già valutati dal CTU così come disposto con provvedimento del 29/01/96 al fine di  disporne…la vendita degli stessi…Il G.E/ dato atto di quanto sopra rinvia la procedura all’udienza del 10/4/97 anche per l’eventuale nomina del custode dei beni pignorati.”; 3A – La nomina da parte del G.E. Dr. VALEA del Geom. Prof. Gregorio RUBINO a custode giudiziario dei beni pignorati nella procedura esecutiva c/ MARTELLI il 21 Novembre 1997. Non si parlerà più della vendita agli incanti disposta con provvedimento del 29 Gennaio 1996;   1998 – 19994 – La nomina da parte del Dr. VALEA, del geom. SARCONE per la redazione di nuova perizia nonostante in atti esistesse da tre anni quella depositata a Gennaio 1996 dall’Ing. GREGORACE che fissava il valore dell’appartamento in L. 401.400.000;5 – Il deposito da parte del geom. SARCONE, in un mese, di perizia parziale con cui portava il valore dell’appartamento, nonostante i tre anni trascorsi e la lievitazione del prezzo degli immobili in ITALIA e a SOVERATO, ad appena L. 289.100.000;6 – La richiesta da parte del giudice CURCIO della D.D.A. di CATANZARO, di acquistare l’appartamento per tale ultima somma a trattativa privata (mascherandosi dietro al meccanismo della “persona da nominare”) nonostante sapesse che ne era stata da oltre tre anni disposta la vendita agli incanti e partendo da L. 401.500.000;7 – L’accoglimento da parte del G.E. VALEA di tale ultima richiesta, nonostante l’evidente illegalità anche per l’esistenza in atti del proprio stesso provvedimento  manoscritto di vendita agli incanti partendo dal prezzo base d’asta di L. 401.500.000 del 29 Gennaio 1996;7A – La liquidazione da parte del Dr. VALEA al Geom. Prof. RUBINO, il 3 Giugno 1999, della somma di L. 25.500.000 per la “custodia” “relativa al periodo 15.12.97-31.12.98”; 8 – La falsificazione da parte del Prof. RUBINO, già custode dei beni pignorati tra i quali l’appartamento in questione, della certificazione come se fosse stata sottoscritta dal Geom. SARCONE, consegnata dallo stesso Prof. RUBINO personalmente al Dr. VALEA il 1° Luglio 1999;9 – La vendita dell’immobile a CURCIO quale “persona da nominare” dell’appartamento per L. 292.100.000 il 23 Luglio 1999, nonostante all’immobile fosse già stato attribuito, tre anni prima, un valore di L. 401.500.000 nella relazione del CTU Ing. GREGORACE depositata a Gennaio 1996;9bis – La denuncia dei fatti fin qui esposti da parte della Signora LUCIFERO ai carabinieri di CATANZARO che procedono all’inoltro all’a.g. di SALERNO che dispone l’avvio delle indagini; 

 La certa conoscenza da parte del Dr. CURCIO dell’illegalità della vendita, se non prima, dal mese di Ottobre 1999, quando lo stesso consegna ai Carabinieri di CATANZARO,  incaricati delle indagini da parte del P.m. di SALERNO, la copia di richiesta di rilascio di copia degli atti della procedura esecutiva contro N. MARTELLI. Con ciò il Dr. CURCIO fornisce la prova di avere illegalmente operato, nella procedura esecutiva richiamata, per acquistare a Luglio 1999 per L. 292.100.000 e senza incanti l’immobile di cui il G.E. aveva disposto la vendita agli incanti a partire da L. 401.500.000 nel Gennaio 1996, consapevole dell’illegalità dell’acquisto ( E quindi attuando, con i complici, il delitto di ricettazione – Cfr. oltre n. 11) 

Ciò che documentalmente conferma la conoscenza da parte del Dr. CURCIO di compiere, fra gli altri, il delitto di ricettazione ( fin qui mai contestatogli ) è l’esibizione da parte dello stesso ai carabinieri che lo hanno sentito del documento richiamato nel terzo foglio del rapporto di cui sopra è riportata la copia “Richiesta di prendere visione ed estrarre copia della procedura esecutiva in oggetto…consegnata a questo Comando a mano dal Dottor CURCIO il 18.10…1999” ( Punto 11 del rapporto soprariportato – Fol. III ).11 – L’altrettanto certa conoscenza dell’illegalità della vendita da parte del Dr. VALEA con la violazione dell’art. 586 C.p.c. per come egli stesso enuncia ai Carabinieri di CATANZARO il 18 Novembre 1999 con l’indicazione dell’impossibilità di procedere all’assegnazione ( Si riporta di seguito la parte rilevante della dichiarazione – confessione e la copia del verbale: “…OGGETTO:- Verbale di S.I.T. reso da:-VALEA Giuseppe nato a Botricello (CZ) il 22.09.1956, residente in Cropani Marina via Luigi Sturzo s.n.c., coniugato, Magistrato presso la Tribunale di Catanzaro, identificato mediante patente di guida nr, CS2214948P rilasciata dalla Prefettura di Cosenza in data 05.01.1990.L'anno 1999 addì 18 del mese di Novembre alle ore 12.40, negli Uffici del Nucleo Operativo del Comando Compagnia Carabinieri di Catanzaro, avanti a noi Ufficiali di P.G. S.Ten. PALUMBO Tullio, comandante del reparto in intestazione, e M.llo Capo CACIA Giovanni, effettivo al medesimo reparto è presente il Signor VALEA Giuseppe in oggetto meglio generalizzato il quale spontaneamente dichiara quanto segue: “… Nessuno fino a 15 giorni fa circa mi aveva rappresentato il problema della diversità di valutazione delle due perizie, cosa che ove portata formalmente a conoscenza del Giudice sarebbe stata valutata ai sensi dell'art.586 del Codice Procedura Civile…. la diversità di valutazione ha comportato un'aggiudicazione dell'immobile ad un prezzo notevolmente inferiore a quello reale, (di) tale diversità ai sensi dell'art. 586 del Codice di Procedura Civile; l'effetto sarebbe potuto essere la sospensione della vendita del bene nonostante l'aggiudicazione. A.D.R. Sono venuto a conoscenza del contenuto dell'esposto circa 15 giorni fa quando l'avvocato MATACERA lo ha depositato in busta chiusa a me indirizzata nella cancelleria dell'esecuzione; busta che dopo averla aperta e visionata ho consegnato al Presidente del Tribunale.———————/F.L.C.S. in data e luogo di cui sopra.…”.  Ciò vuol dire semplicemente, per bocca dello stesso Dr. VALEA – che ne era perfettamente a conoscenza almeno dal 18 Novembre 1999, assieme al Dr. CURCIO, almeno dal 18 Ottobre 1999 – come contestato all’udienza del 31 Ottobre 2005, che erano stati commessi dei delitti e che procedere oltre, nell’assegnazione del bene, significava portare i delitti compiuti a ulteriori conseguenze; e per il delitto di ricettazione commetterne di ulteriori. Con la precisa cognizione, e quindi dolosa determinazione a commetterli.I magistrati, DDrr. CURCIO e VALEA, che confessano di avere compiuto i delitti a Ottobre e Novembre 1999, non solo non si fermano, potendo farlo evitando che si proceda all’assegnazione del bene illegalmente venduto, ma trovano ulteriori complicità per come essi stessi rivelano, addirittura esibendo le confessioni dei complici, Infatti, invece della cancellazione della vendita e del rifiuto dell’assegnazione, la vicenda criminale così avviata registra :               2000  12 – L’intervento da parte del Dr. CURCIO e del Dr. LOMBARDI (procuratore capo d.d.a. di CURCIO ) presso il Presidente del Tribunale di CATANZARO perché - nonostante per legge, come aveva enunciato e confessato il Dr. VALEA, la vendita dovesse essere annullata e comunque impedita l’assegnazione, con cui i delitti si sarebbero portati a conseguenze ulteriori - ciò nonostante l’appartamento venisse assegnato definitivamente a CURCIO nonostante l’accertata conoscenza dell’illegalità del procedimento di vendita e le disposizioni contenute nella norma di cui all’art. 586 C.p.c. e in pendenza delle indagini sull’azione di CURCIO da parte dell’a.g. di SALERNO. L’aspetto comico – se non fosse tragico per la Giustizia – è rappresentato dal fatto che le prove di quanto di illegale viene compiuto per portare a ulteriori conseguenze i delitti compiuti, fino all’assegnazione del bene, la cui illegalità il Dr. VALEA ha denunciato fin dal 18 Novembre 1999, è stata fornita dalla difesa degli imputati che ha chiesto e ottenuto l’acquisizione delle dichiarazioni appresso evidenziate, fin dal 2001: Nelle dichiarazioni sollecitate prima ed esibite poi dalla difesa CURCIO, Mariano LOMBARDI, procuratore capo d.d.a. di CURCIO, e Gianfranco GALLO, collega di CURCIO, testimoniano, rispettivamente di avere accompagnato CURCIO dal presidente del Tribunale per sollecitare l’emissione del provvedimento di assegnazione dell’immobile ( la cui illegalità era a conoscenza dei magistrati come dichiara VALEA e confessa CURCIO fin dal 1999 ) e di avere emesso il provvedimento illegale di assegnazione il 15 Maggio 2000.

 I delitti quindi si perfezionano con 13 – L’emissione del provvedimento di assegnazione dell’appartamento da parte del giudice dell’esecuzione il 15 Maggio 2000, modificando la costante, normale giurisprudenza del Tribunale di CATANZARO sulla norma di cui all’art. 586 C.p.c. e portando i reati sui quali già indagava il p.m. di SALERNO a conseguenze ulteriori;

E’ la prova di quale potere di condizionamento è stato esercitato – come denunciava il Dr. VALEA al quale spettava il potere e il dovere di provvedervi che s’è ben guardato dall’esercitare – dai responsabili dei delitti commessi per portarli a conseguenze ulteriori. Al punto che la “giurisprudenza” usata per i delitti in questione, dura meno di ventiquattro ore.

Il giorno successivo, 16 Maggio 2000, lo stesso Tribunale di CATANZARO, in caso identico, ritorna  al rispetto della Legge e stabilisce che “…nella espropriazione immobiliare, la redazione e la trasmissione all'ufficio del registro (per la determinazione delle imposte) d'una bozza di decreto di trasferimento dell'immobile, a seguito dell'aggiudicazione conclusiva e (i)l pagamento del prezzo, non preclude al giudice, ai sensi dell'art. 586 c.p.c., di sospendere la vendita quando, anche in base ad offerte di aumento pervenute, ritiene che il prezzo offerto sia notevolmente inferiore a quello giusto.” (Tribunale Catanzaro, 16 maggio 2000, Nocita c. Scaramuzzino e altro - Giur. merito 2000, 1165). Che è quanto aveva enunciato il Dr. VALEA, senza provvedervi, dovendo favorire il Dr. CURCIO e i protettori di costui, il 18 Novembre 1999.

 A fronte di tale realtà è evidente quale potere di condizionamento abbiano avuto i DD.rr. CURCIO e VALEA, con i complici mai inquisiti, non solo in quanto avvenuto a CATANZARO, nei termini precisati, il 15 e il 16 Maggio 2000, con  lo scempio della giurisdizione attuato  nel procedimento 244/’87, per favorire CURCIO, invece di applicare l’art. 586 C.p.c., assegnandogli l’immobile svendutogli il 23 Luglio 1999 con il provvedimento del 15 Maggio 2000, ma nel riuscire a protrarre per i successivi cinque anni gli accertamenti sul loro operato e su quello dei loro consulenti prima che si arrivasse all’udienza preliminare nei confronti, fra gli altri, degli stessi VALEA e CURCIO. Udienza conclusasi con l’emissione, il 19 Luglio 2004, del provvedimento di rinvio al giudizio del Tribunale di SALERNO degli imputati. Con l’imputazione cui è seguita l’integrazione del 31 Ottobre 2005 (Vedi oltre, pag. 10.).

 14 – Al ritorno alla normale giurisprudenza del Tribunale di CATANZARO, sulla norma di cui all’art. 586 C.p.c., appena il giorno successivo, 16 Maggio 2006, in procedimento cui non è interessato il Dr. CURCIO e i suoi complici nella D.d.a., seguono15 – L’esecuzione forzata per entrare in possesso dell’immobile da parte del Dr. CURCIO il 22/26 Settembre 2000, costringendo gli ufficiali giudiziari procedenti a revocare – per la prima volta nella storia giudiziaria italiana – il provvedimento con il quale avevano sospeso l’esecuzione richiedendo chiarimenti al G.E. ex art. 624 C.p.c., e procedere all’esecuzione senza che fosse stato emesso alcun provvedimento dal G.E. e quindi in violazione alle previsioni di cui all’art. 626 C.p.c.;16 – La denuncia della Signora LUCIFERO per porto e detenzione di arma in quanto in sede di esecuzione era stata rinvenuta nell’abitazione una pistola giocattolo;   200117 -  Il 25 Gennaio 2001, il G.I.P. di SALERNO accoglie la richiesta del P.M. cui era stata sollecitata dall’Avv. Giuseppe Lupis, difensore della parte offesa Enrichetta LUCIFERO e dispone il sequestro dell’immobile illegalmente acquistato da CURCIO nominando custode Enrichetta LUCIFERO. Il provvedimento viene eseguito l’8 Febbraio 2001;    200418 – I fatti pregressi provano come l’azione della banda, in questa come in altre vicende pure puntualmente documentate, si sia svolta e si svolga seguendo un preciso copione che, quando applicato dalla stessa banda a poveri comuni Cittadini, porta a contestazioni di appartenenza ad associazioni criminali e porta al condizionamento anche della giurisdizione civile, fino a ottenere in ventiquattro ore, il cambio di giurisprudenza in fattispecie diverse solo per la presenza, in una delle due, del Dr. CURCIO;   2004-2005

19 – Lo scatenamento della banda dopo la fissazione a SALERNO dell’udienza preliminare che avrebbe dovuto esaminare le azioni criminali del Dr. CURCIO targato d.d.a. CATANZARO, nel silenzio complice dei suoi colleghi bandi(s)ti, con l’arresto richiesto e ottenuto – per calunnia - dell’Avv. LUPIS, per impedirgli di partecipare all’udienza preliminare in rappresentanza della Signora Enrichetta LUCIFERO e richiedere in quella sede l’integrazione della contestazione dei delitti agli indiziati in base agli atti. Cui seguirà l’invio di un ulteriore avviso di garanzia – sempre per calunnia - dopo che, nonostante l’arresto, l’Avv. LUPIS, ha ottenuto che il Tribunale, su richiesta del p.m. di udienza, contestasse finalmente i delitti commessi dal Dr. CURCIO e complici, con l’integrazione della contestazione del 31 Ottobre 2005, che ne collocano l’origine nel 1996, nei termini risultanti dal verbale dell’udienza del 31 Ottobre 2005, quando,  dopo quasi un decennio, è stato contestato agli imputati, oltre al resto, come

“…il Valea, dal canto suo:disponeva l'esecuzione di una nuova consulenza tecnica di ufficio per la "esatta identificazione, consistenza e valutazione dei beni pignorati ",sebbene per gli appartamenti non fossero segnalati nella richiesta della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania lacune nella consistenza e nella valutazione,ad eccezione della mancata denuncia all'U.T.E. della fusione di due singole e distinte unità per l'appartamento di via Chiarello,nominava all'uopo un nuovo consulente nella persona del Sarcone,accogliendo il suggerimento del Rubino (malgrado le segnalate lacune relative agli accertamenti catastali dei terreni potessero essere sanate con un supplemento di consulenza da parte del primo consulente o con un incarico di contenuto molto più ridotto);pervenuta in data 19.4.1999 offerta all'acquisto dell'immobile di via Chiarello da parte dell'avv.Pisani per persona da nominare pur non avendo adottato fino a quel momento nuovo provvedimento per l'autorizzazione alla vendita e pur non avendo disposto la pubblicazione del relativo avviso,in violazione,pertanto,degli artt.569 e 570 cpc,fissava in data 7.5.1999 la udienza di comparizione dei creditori,in tal modo, implicitamente,ma inequivocamente,ordinando la vendita senza incanto del summenzionato immobile,in violazione di quanto da lui stesso disposto con l'ordinanza emessa in data 29.1.1996, depositata il 30.1.1996,provvedimento rimasto ineseguito per tre anni e, tuttavia,mai revocato,né rinnovato ai sensi dell'art.591 cpc;ometteva di valutare la considerevole differenza delle valutazioni dell'appartamento di via Chiariello operate dal primo consulente ing.Gregorace e dal geom.Sarcone e la attendibilità della valutazione di quest'ultimo (attesa anche la mancata visualizzazione e misurazione dell'interno);giudicava esaustiva dell'accertamento della indispensabile conformità edilizia dell'immobile da vendere la generica attestazione, prodottagli dal Rubino in data 1.7.99,benché priva di qualsiasi riferimento agli atti autorizzativi che si assumevano consultati,documentazione in realtà risultata introvabile agli atti del Comune anche da parte dell'ex dirigente dell'UTC alla data del 12.10.2000;ordinava la vendita senza incanto dell'immobile,omettendo di considerare la seria probabilità,agevolmente configurabile alla luce delle caratteristiche dell'appartamento(che nella relazione dell'ing.Gregorace viene definito in "ottima posizione", "ubicato al centro della città", "posto in una posizione da cui si gode un panorama unico");

ometteva di sospendere la vendita,di per sé illegittima secondo quanto sopra evidenziato, ai sensi dell'art.586 cpc dopo la presentazione da parte del Curcio di una offerta di acquisto al prezzo di £.292.100.000, notevolmente inferiore a quello giusto, stimato inizialmente dall'ing.Gregorace in £.401.500.000 e dal CT incaricato nel corso delle indagini in £.408.470.000, tenuto conto del valore di mercato degli appartamenti ubicati nella stessa zona del Comune di Soverato,attestato negli anni 1999-2000,alla cifra di circa £.2.280.000 al metro quadro.…”(Cfr. verbale ud. 31 Ottobre 2005 del Trib. Di SALERNO – Sez. II penale.). Si arriva quindi al

 2006 Nel processo in corso dinanzi al Tribunale di SALERNO, sez. II penale, dopo le false dichiarazioni – anche quelle documentalmente evidenziate – dell’Avv. MATACERA, si tenta ancora di nascondere la gravità dei delitti compiuti ricorrendo a falsi che la sottoscritta può solo denunciare in una disperata richiesta di Giustizia.Si comprende, come già evidenziato, la difficoltà del Tribunale di SALERNO di verificare, in un procedimento nei confronti, fra gli altri, di due magistrati, DDrr. CURCIO e VALEA ( alle cui spalle, come evidenziato e provato sempre documentalmente, si trovano, nella pienezza dei propri poteri, il procuratore capo di CATANZARO LOMBARDI e l’altro giudice GALLO, salvo altri ) le falsità con le quali costoro cercano di sfuggire alle proprie responsabilità, con la consapevolezza di avere appunto alle spalle, come documentato, altri colleghi che li hanno fiancheggiati per portare a ulteriori conseguenze i delitti commessi, tra Ottobre-Novembre 1999 e il 15 Maggio 2000, e li supportano con aggressioni “legali” alla difesa della sottoscritta.E’ per questo che l’esponente compie oggi l’ulteriore fatica di mettere in ordine gli atti e documenti che provano non solo i delitti commessi ma lo scempio della Giurisdizione che viene tutt’ora perpetrato, portando il tutto a conoscenza della Commissione in indirizzo.” Per ogni chiarimento che la Commissione ritenenesse di richiedere l’esponente rimane a disposizione della Commissione assieme al proprio difensore  Avv. Giuseppe Lupis che la sottoscritta conferma quale difensore e speciale procuratore.In attesa di una risposta che l’esponente ribadisce fino alla noia, riguarda non solo il rispetto dei Diritti de Cittadini ma il decoro dello Stato.Soverato, 21 Novembre 2006                               Enrichetta Lucifero.”  La commissione antimafia ovviamente non ha fatto nulla e il 12 Ottobre 2007, il dr. CURCIO, usando del potere istituzionale, nonostante le prove di quanto accaduto, è tornato ad assalire la Cittadina Enrichetta LUCIFERO per levarle la casa. La cavalleria del Presidente NAPOLITANO lo indurrà a farsi sentire? O s’è esaurita nel definire “indegno” il gesto di chi ha offerto una stampella alla Senatrice LEVI MONTALCINI? Attendiamo, sommessamente, una risposta e ne riferiremo a nostri Lettori.                                                                               
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