bandieraregnoduesicilieregnoduesicilieL’aggressione criminale del Regno delle Due Sicilie a Maggio 1860 fu la più feroce guerra coloniale svoltasi in Europa nel XIX secolo. In dieci anni i mafiosavoiardi con un milione di morti, la legge PICA, la cancellazione delle istituzioni culturali e l’azzeramento dell’apparato industriale ridussero il SUD un deserto. Costrinsero all’emigrazione milioni di Cittadini meridionali e cancellarono la memoria storica del più civile Stato del Mediterraneo. Con una ferocia mai conosciuta prima resero impossibile ogni reazione.

L’apparato mafiosavoiardo è sopravvissuto alla caduta della dinastia dei francesi bastardi trasformandosi in mafia coloniale. Con cinismo aberrante perpetua il suo dominio coloniale sul Mezzogiorno avendo sostituito alle baionette dei bersaglieri di CIALDINI, LAMARMORA, GOVONI, PIOLA CASELLI, la riedizione della legge PICA affidandone l’applicazione a un sistema giudiziario creato alla bisogna e fiancheggiato da politici meridionali apparentemente eletti dai Cittadini Meridionali. In realtà cooptati nel sistema di potere creato dalla mafia coloniale. E di cui si individua l’efficacia proprio in  occasione di commemorazioni dell’aggressione mafiosavoiarda spacciata per “unità d’Italia”, “liberazione del Mezzogiorno”. Se ne era avuto un esempio già nel 1960. Primo centenario. Per sterilizzare qualunque velleità di protesta delle plebi meridionali sopravvissute culturalmente a cento anni di negazione della Storia del loro Stato, a TORINO fu inviato a ispezionare le truppe il ministro siciliano Mario SCELBA. Passava per un campione di ignoranza da quanto, a metà degli anni 50, gli si era attribuita la brillante accoglienza al primo ministro francese Pierre Mendès France in visita ufficiale a ROMA. All’illustre ospite presentatosi come “Mendès France” l’omologo capo del governo italiano e anche ministro dell’interno aveva risposto: “Scelba Italia”.

Non poteva che essere SCELBA, con quelle premesse, a festeggiare, da siciliano, il primo centenario dell’aggressione coloniale mafiosavoiarda spacciata per unificazione, poco più di cinque anni dopo. Come ministro dell’interno del terzo governo FANFANI. La storia si ripete oggi in occasione delle lugubri riedizioni dei festeggiamenti in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’aggressione e delle stragi mafiosavoiarde. Per coprirle e tentare di sterilizzarle dopo le denunce degli storici del XX secolo, ZITARA e ALIANELLO tra i primi., ai politici siciliani i potentati mafiocoloniali hanno aggiunto i napoletani come maestri delle cerimonie per i festeggiamenti.

A costoro, dagli strateghi del mafiocolonialismo s’è affidato l’incarico di esaltare le stragi dei Meridionali e decantarle come “liberazione del Mezzogiorno”. Nascondendo la realtà di quella che fu la più feroce guerra coloniale d’Europa condotta contro il Regno delle Due Sicilie. E che, sul piano mondiale, aprì la strada alla devastazione del diritto internazionale ponendo l’impostura e l’aggressione brutale a base delle relazioni tra Stati sovrani; alle guerre scatenate da chi non si ritenne meno dei mafiosavoairdi nel creare le condizioni per le aggressioni e annessioni cui è seguita la devastazione dell’Europa. Sul piano interno a quella aggressione segue il perdurare dell’unico feroce regime mafiocoloniale rimasto in Europa. Del quale non si può neppure parlare dopo centocinquantanni. Lo si può solo commemorare tradendo la Verità, la Giustizia sia pure postuma. E la Storia.