ernesta adele marandoimg 0478 ernesta adele marandoimg 0455 copiaSi  raccontava nel territorio della Locride che nei poderi dei monasteri basiliani esisteva un biotipo di ulivo che produceva olive candide quando arrivavano a maturazione, candide quasi come la neve e che era considerato sacro. Circa trent’anni fa il professore Orlando Sculli di Ferruzzano, piccolo comune della locride,  aveva individuato tre esemplari di questa pianta, dal diametro di 60 cm circa. Uno nel comune di Bianco,  uno in quello di Ferruzzano ed un terzo in quello di Mammola. Fece in tempo ad innestare  alcuni  oleastri, che gli incendi fecero piazza pulita delle piante madri.

La situazione  sembrava diversa a Saracena, in provincia di Cosenza, dove Fedele Lamenza, titolare assieme alla moglie dell’azienda olivicola Pompilio, specializzata nella produzione di olio extravergine d’oliva, aveva scoperto due ulivi  bianchi centenari  nell’orto che era appartenuto al convento dei Cappuccini, incendiato dai piemontesi nel 1861. Fortunatamente aveva innestato  alcune piante, prendendo le marze dagli ulivi  suddetti, facendo appena in tempo  perchè  puntualmente  nell’estate del 2010, il fuoco li ha distrutti. A questo punto la pianta più vetusta potrebbe essere quella presente  a Titi Convento ( non è sicura la notizia ) nel comune di Placanica, in un podere che era appartenuto ai francescani .

img 0524Il professor Orlando Sculli aveva iniziato la ricerca sul piano culturale su tale pianta e scoprì che di essa esisteva memoria storica nella Bovesia,conservata dal  compianto Bruno Casile, raffinatissimo elleno fono e che era chiamata leucolea (ulivo bianco ), ma da un’indagine più approfondita appurò che più propriamente era detta leucaso (ossia la bianca di Casos, isola dell’Egeo).

Sia a Bova, dove qualche anziano parla ancora il greco, sia a Gerace, città bizantina per eccellenza, si tramandava che da tale ulivo si ricavava un olio, che impreziosito da essenze odorose, si trasformava in myron (fonti:Domenico Minuto e Daniele Castrizio), con cui venivano unti i designati  alle cariche ecclesiastiche della chiesa greco-ortodossa o i funzionari imperiali di Bisanzio. Inoltre si preferiva alimentare le lampade nei luoghi di culto con l’olio di tale ulivo, in quanto esso nel bruciare produceva poco fumo.

A questo punto avvenne un miracolo, in quanto Sergio Guidi, presidente dell’Associazione Patriarchi  della Natura in Italia assieme  a Vanna Forconi, funzionaria ai  vertici dell’I.P.R.A., visitando in Calabria un campo di salvataggio della biodiversità di Sculli, ammirarono con sorpresa un ulivo dalle drupe candide ossia l’ulivo del Krisma (21 dicembre 2010). Immediatamente si misero in contatto con i dirigenti dell’A.R. P.A.C.A.L., con cui concordarono i provvedimenti da prendere per salvare il germoplasma della Calabria.

Ad un certo punto il direttore dei giardini vaticani ebbe modo di ammirare  in foto l’ulivo in questione e pregò Sergio Guidi e Vanna Forconi di  recuperare una pianta in Calabria. La cosa fu fatta e arrivò l’invito del governatorato  della Santa Sede.

 ernesta adele marandoimg 0529 ernesta adele marandoimg 0555E ieri, mercoledì 7 dicembre 2011 la delegazione calabrese è stata accolta nella Sala Nervi o Paolo VI nel consueto incontro del mercoledì del Pontefice con i fedeli. La delegazione che assieme a Vanna Forconi, Sergio Guidi e Plauto Battaglia, stratega culturale dell’Associazione Patriarchi della Natura  ha portato in dono l’ulivo del Krisma. Di essa facevano parte Marisa Fagà presidente del C.D.A.  dell’A.R.P.A.C.A.L., Sabrina Santagati, commissaria, Mario Russo, del C.D.A, Nuccia Giordano, Emanuela Caloiero, Rosalba Odoguardi menbri dello stesso ente ed Orlando Sculli il donatore dell’ulivo.


 ernesta adele marandoimg 0556 ernesta adele marandoimg 0517Il governatore, cardinale Sciacca ha accolto poi nella sala delle riunioni del Governatorato la folta delegazione  a cui si è aggiunte Ernesta Adele Marando, medico e giornalista,  impegnata a fino a pochi minuti prima  nel Dispensario pediatrico di Santa Marta sempre in Vaticano dove svolge la sua attività di neonatologo, la quale ha voluto documentare fotograficamente l’incontro e la consegna dell’ulivo che sarà messo a dimora nei giardini vaticani. L’alberello dalle ulive bianche proveniente da Ferruzzano, suo paese d’origine.


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Dopo il commiato dal governatore la delegazione calabrese si è riunita assieme alla dott.Forconi, Guidi e Battaglia per concordare una strategia d’interventi, per mettere in sicurezza il germoplasma calabrese con la creazione di dscn3527-rid-400pxchepos delle meraviglie e parchi tematici.