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Intervista di Domenico Spanò per RadioCivetta al giovane scrittore e giornalista calabrese  Giovanni Maiolo

copertinaPer raccontare le nuove fatiche letterarie del giovane giornalista calabrese di Caulonia,, Giovanni Maiolo, voglio riportare un breve verso, per me emblematico e profondo, di una canzone del gruppo rock e super-adrenalinico i Negrita. La canzone in questione è “Rotolando verso Sud”, se poi quel Sud sia quello dell’Italia, dell’Africa o dell’America, o di un qualsivoglia altro posto al mondo poco importa. In fondo ogni Sud di ogni continente o paese è sempre quello che arranca, che fatica, che ha voglia di emergere e rabbia di riscatto. O per lo meno dovrebbe essere cosi per logica e necessità, ma spesso anche non lo è per varie ragioni.

Ogni Sud è fatto di gente passionale e verace, sanguigna. Gente che si batte a viso aperto per la propria libertà, il proprio rispetto e i propri ideali. Come se essere in basso o al sud di qualunque cosa è sempre sinonimo di battaglia, di dannazione e fatica per raggiungere i propri sogni.


Questa volta è il Sud America lo scenario del bellissimo libro che sto per raccontarvi. Il protagonista è un ragazzo, anzi un uomo che ama viaggiare; e qui mi ritorna in mente il verso profondo della canzone che citavo sopra: “ogni uomo e' solo quello che scoprirà inseguendo le distanze dentro se”.
Giovanni Maiolo ha inseguito con caparbietà e coraggio le proprie distanze, da viaggiatore solitario, irrequieto e scalpitante in continua ribellione. Percorrendo la sua strada fatta di terra battuta e polvere in gola, trovando le risposte alle tante domande ma senza ancora capire se questa strada è solo di partenza o d’arrivo. Poco conta infondo, l’importante è andare.  

La recensione di questo testo ha voluto fosse opera della giovane giornalista e scrittrice Margherita Catanzariti, nonché amica d’avventura di Giovanni fuori e dentro lo schermo TV con il programma “Kaos Calabro”. La Catanzariti racconta:

"Geografia dell’anima è un libro-viaggio. E’ una raccolta di pensieri, domande, riflessioni, desideri  che attraversano la mente e il cuore del  giovane autore che, nel suo originalissimo stile, ci fornisce un quadro dettagliato della geografia del suo viaggio e anche della sua anima, appunto.  Perù, Bolivia e di nuovo Perù è il percorso di fughe e ritorni di Giovanni. Un andare continuo, un non fermarsi mai, alla ricerca di qualcosa che forse non può più tornare. Polvere sulla strada e sul cuore, ma anche scenari meravigliosi sudamericani, gente semplice e grandiosa da incontrare, montagne da scalare, autobus traballanti e puzzolenti da rincorrere, giungle da attraversare, fiumi da risalire, fenicotteri rosa da ammirare e deserti di sale dallo scenario lunare, in cui perdere lo sguardo. E ancora occhi blu da incontrare, pelle bianca e dolcissima da cui scappare, ricordi di ieri e ansie del domani. Nelle pagine di Maiolo c’è tutto questo, ci sono due viaggi: quello esteriore tra le meraviglie e le contraddizioni di una terra straordinaria che è comunque sempre meglio di un Occidente che ha perso di vista il reale senso delle cose e quello interiore dell’autore, che combatte la sua personale lotta contro i fantasmi che lo angosciano.
Il tutto condito da una forte ironia e consapevolezza, da un entusiasmo per la vita che riesce ad andare oltre ogni cosa. Geografia dell’anima è una boccata d’aria fresca, è un inno alla libertà di vivere le cose della nostra vita, a cui tutti dovremmo auspicare. Ma che purtroppo, sacrifichiamo sempre più spesso."

Ringraziando vivamente Margherita per il suo intervento prezioso, incontro Giovanni Maiolo per porgli alcune domande sulla sua esperienza di vita in questo viaggio solitario, tramutata poi in esperienza artistica con questo interessantissimo testo da lui stesso scritto.

INTERVISTA A GIOVANNI MAIOLO

 "Leggere è viaggiare. Viaggiare è sognare". Qual è per te  il filo conduttore tra questi tre aspetti intrinseci?

Leggendo spesso si incontra una realtà da sogno. Viaggiando si viene a contatto con il sogno della realtà. Il viaggio ti fa varcare i confini mentali tanto quando il sogno quelli fisici. Come scrivo nell’intro “Un libro è il sogno di uno scrittore/sognatore reso disponibile a chi vuole condividerlo”
 

Cosa ti ha lasciato questo viaggio in Sud America al punto da volerlo raccontare in un libro?

Mi capita di sentire addosso ancora la polvere delle carreteras sudamericane, la sento nel naso, in gola, e in ogni granello di polvere c’è la vastità e la complessità di un mondo fatto di luoghi e di volti, di incontri e sensazioni, di vita e di emozioni. In realtà sono un viaggiatore scrittore, ho sempre con me il taccuino e viaggiando scrivo il mio diario personale. Geografia dell’anima, prima di diventare un libro, era solo il mio diario di viaggio, con l’aggiunta di qualche mail spedita in Europa da oltre oceano. Quando fai un viaggio volutamente solitario, che dura così a lungo, senti il bisogno di condividere con qualcuno; come scrisse Chris Mc Candless prima di morire da solo in Alaska a causa della sua ricerca estrema di libertà: “la felicità è vera solo se condivisa”. E allora scrivevo per raccontare quello che accadeva innanzitutto a me stesso e poi, qualche volta, agli amici che da questa parte del mondo volevano avere mie notizie. Tutto questo, è poi diventato un libro.

La bellezza e la ricchezza di questa terra latinoamericana, ricca e povera allo stesso tempo e bisognosa di riscatto. Pensi sia associabile alla voglia di riscatto della tua terra di Calabria?

Assolutamente no. Perché in Calabria la voglia di riscatto è viva solo in poche anime nobili e di sicuro non sono in atto processi politici di cambiamento, lo status quo è cristallizzato e sembra stare bene alla maggioranza. L’America Latina è invece in rivolta, sta vivendo una rivolta democratica, una vera e propria rivoluzione sociale grazie al chavismo in primis e poi a tutti i governi (Argentina, Brasile, Ecuador, Perù, Bolivia…) e ai movimenti sociali (come quello degli studenti cileni). In quel continente il cambiamento è avvenuto e avviene ogni giorno, la povertà si riduce, l’indipendenza dagli States è ormai una conquista indiscutibile, l’America latina è ormai un laboratorio politico permanente. E per i governi conservatori che ancora resistono stanno arrivando tempo duri. In Calabria i conservatori, nel senso peggiore del termine, manovrano indisturbati sulle teste di una popolazione che, con le dovute eccezioni, non è composta da cittadini ma da servi. E che i politicamente corretti si scandalizzino pure delle mia parole, siamo una regione di servi!
 

La ricerca dell'anima di un individuo pensi sia da effettuare all'esterno nel mondo o all'interno dell'individuo stesso?

Fuori di noi c’è un mondo, dentro di noi c’è un mondo. Si tratta di una ricerca talmente personale che per forza di cose assume percorsi e direzioni diverse da individuo ad individuo.


Quali i consigli, gli ingredienti da dare ai lettori del tuo racconto per poter cogliere la totale essenza?

Credo si debba fare l’esperienza di starsene per strada, in una strada sconosciuta di un luogo sconosciuto, da soli, portando con se solo lo stretto necessario in uno zaino, e poi cominciare un cammino prendendo una direzione qualunque e cavandosela da soli. In quel momento, quando muovi il primo passo, sei libero dai vincoli e cominci a liberarti dalle convenzioni sociali e dalle fissazioni mentali, cominci a comprendere molte cose, che nessuno, nemmeno il migliore scrittore del mondo, potrà trasmettere. I nomadi considereranno la mia esperienza normale, i sedentari la vedranno come straordinaria. Tanti lettori mi hanno scritto o detto che mi invidiano, perché l’ho fatto mentre loro vorrebbero, ma non ne sono capaci. Non è vero. Tutti ne sono capaci. È che non lo desiderano abbastanza. Io non sono coraggioso, come molti credono. Io sono un vigliacco, il peggiore codardo, perché ho bisogno dei kilometri, degli oceani, delle montagne per dare un po’ di pace al mio essere irrequieto. E in “Geografia dell’anima” ho semplicemente raccontato la mia fuga.

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Concludo rifacendomi  ancora all’ultimo verso della canzone dei Negrita.  Dico vagheggiando che ogni elemento ed ogni uomo sulla terra ha una sua dignità, per cui ogni cosa merita rispetto ed attenzione. Bisogna dare peso e spazio alla libertà, ai colori e ai profumi della vita, all’estro e al talento dei giovani, all’arte dello scrivere e alla poesia. Perché aldilà dei tradimenti degli uomini, delle malvagità, delle sottomissioni,  dell’obbedienza  e delle manipolazioni  che subiamo quotidianamente in questo mondo. Ciò che deve rimanere nella vita è solamente, la magia dei propri sogni.